Corruzione: Cantone (Anac), “sugli appalti pubblici servono regole semplici e comprensibili, no a retromarce”

La materia degli appalti pubblici “ha certamente bisogno di scelte chiare e inequivoche da parte del nuovo legislatore; il rilancio del sistema dei lavori pubblici necessita non solo di regole semplici e comprensibili, ma anche stabili, per consentire alla burocrazia il tempo di digerirle per poi applicarle in modo corretto”. Lo ha affermato questa mattina il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), Raffaele Cantone, nel corso della presentazione nella sala Koch di Palazzo Madama della Relazione annuale al Parlamento. Per Cantone, “una completa retromarcia rischierebbe di creare una ulteriore fase di fibrillazione con una (nuova) crisi del settore dalla quale, invece, sia pure a fatica, si sta lentamente uscendo”. Per il presidente dell’Anac, “sul piano della prevenzione sarebbe certamente utile un intervento regolatorio, da tempo atteso, sulle lobby e sulle fondazioni che si occupano di politica”. E se “non riteniamo che l’Autorità debba essere destinataria di nuovi poteri e funzioni ma che sia piuttosto messa in condizioni di poter svolgere quelle attribuite”, il presidente dell’Anac ha osservato che “la qualificazione delle stazioni appaltanti, la gestione dell’albo dei commissari di gara, il rilascio del rating di impresa, la tutela dei whistleblower sono, per citarne solo alcune, funzioni delicate e complesse che entreranno a regime nel prossimo periodo e che, aggiungendosi a quelle già in essere, richiederanno un grande sforzo del personale e un’adeguata motivazione”. Cantone ha anche garantito che “continueremo a lavorare con il massimo impegno fino al 2020, quando questo Consiglio terminerà il suo mandato, per far sì che la prevenzione si imponga, diventando un indispensabile strumento di efficienza del sistema e non un intralcio burocratico”.

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