Benessere equo e sostenibile: Istat, tra Nord e Sud cresce il divario

A Milano il reddito medio da lavoro dipendente è circa due volte e mezzo quello di Vibo Valentia. Nel 2016 il reddito medio di un lavoratore dipendente al Nord è stato di circa 24.400 euro, contro i 16.100 euro di un lavoratore del Sud. È solo uno dei tantissimi dati contenuti in uno studio dell’Istat sugli indicatori di benessere equo e sostenibile (Bes). La novità dello studio è nel fatto che gli indicatori di Bes sono stati applicati provincia per provincia. Il risultato è che, all’interno di un quadro generale in cui il divario tra Nord e Sud cresce sotto tutti i profili, dal lavoro alla salute, emergono delle specificità relative ai territori. “Emblematico – spiega l’Istat – è il caso del Lazio per il quale si può parlare di un effettivo dualismo territoriale”: Roma si colloca su livelli medio-alti, analoghi a quelli del Nord (per reddito da lavoro dipendente la Capitale è terza in Italia dopo Milano e Bologna), mentre le altre province della regione si ritrovano in compagnia delle province del Sud, sia pure di quelle meno svantaggiate. Così pure le province abruzzesi tendono in molti ambiti a sovrapporsi alle province del Centro e a distanziarsi da quelle meridionali.

A livello nazionale gli indicatori di Bes sono mediamente in crescita, ma il miglioramento avviene in maniera diseguale tra Nord e Sud, così che il divario aumenta. Il tasso di occupazione è al 70,6% nelle regioni settentrionali e del 47% nel Mezzogiorno. I Neet, i giovani che non lavorano né studiano, sono il 17% al Nord, il 20,4% al Centro, il 34,2% al Sud. La speranza di vita nel 2016 è tornata a crescere dopo la flessione del 2015, attestandosi su una media di 82,8 anni. Ma a Firenze ci si può aspettare di vivere fino a 84,1 anni, mentre a Caserta l’aspettativa si ferma a 80,7. Il dettaglio per provincia apre comunque squarci imprevisti: se al Nord la mobilità ospedaliera extra-regionale è dimezzata rispetto al Sud, le province di Piacenza, Verbano-Cusio-Ossola e Novara hanno tassi doppi rispetto alla media nazionale e La Spezia addirittura tripli. Alcuni indicatori, poi, hanno un andamento trasversale: il tasso di delitti violenti varia dai 7,7 per 10 mila abitanti a Rieti, ai 34,7 di Napoli, seguita – sia pure a distanza – da Milano e Rimini.

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