Evangelii gaudium: mons. Fanelli (Melfi), “inclusione e dialogo favoriscono il discernimento comunitario”

“L’Evangelii gaudium è per tutta la Chiesa un testo di una fecondità pastorale notevole”. Lo scrive mons. Ciro Fanelli, vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa, nell’editoriale pubblicato sul bimestrale diocesano “la Parola”. Indicando i quattro “postulati” che Papa Francesco presenta come criteri raccomandabili per “raggiungere la pace sociale e il bene comune, ma anche fecondi per l’evangelizzazione”, il presule sostiene che “possono rimotivare e favorire sinodalità e discernimento”. “Soltanto privilegiando il tempo si coglie il valore dell’inclusione e del dialogo”, che “favoriscono il discernimento comunitario che trova nella fretta e nelle posizioni preconcette i più forti nemici”. Come via per il rinnovamento della comunità ecclesiale viene così indicata la capacità di radicare sinodalità e discernimento nella prassi comune e di renderle “buone pratiche”. Mons. Fanelli mette in guarda dal “ridurli a facili slogan”. Si tratta piuttosto di formulazioni che “vanno approfondite, assimilate e applicate”. Uno dei quattro principi indicati è quello secondo cui “il tempo è superiore allo spazio”. “Dare importanza al tempo piuttosto che allo spazio significa non lasciarsi governare dalla fretta, dall’ansia e dalla prevaricazione – spiega il vescovo -. Pretendere a ogni costo il risultato immediato conduce inevitabilmente a scelte e atteggiamenti che favoriscono una cultura dello scarto e dell’esclusione. Per Papa Francesco sia l’impegno sociopolitico che l’opera di evangelizzazione devono uscire da questa trappola concettuale”.

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