Nave Aquarius: Cir, “vite umane non possono essere utilizzate come ostaggi per ottenere risposte dall’Europa”

Il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) esprime forte preoccupazione “per la gestione irresponsabile della situazione dei migranti a bordo dell’Aquarius che ha ritardato l’individuazione di un porto sicuro, mettendo potenzialmente a rischio la vita stessa delle persone”. In un comunicato diffuso oggi, il Cir sostiene che la proposta della Spagna di accogliere i migranti nel porto di Valencia è in linea con la manifestazione da parte di alcuni sindaci italiani di aprire i porti delle città che amministrano. Oltre a raccomandare il rispetto dei principi di diritto interno ed internazionale in materia di operazioni di salvataggio in mare nonché di protezione delle persone, il Cir si rivolge alle istituzioni nazionali ed europee affinché “il dibattito politico in merito agli accordi e alle reciproche responsabilità tra Stati dell’Unione non prevalga sull’imperativo di salvare – in qualunque condizione – vite umane”. No dunque a “inutili e dannosi bracci di ferro”. “Le vite umane – dichiara il presidente Roberto Zaccaria – non possono essere utilizzate come ostaggi per ottenere risposte dall’Europa e per richiamare al principio di solidarietà gli altri Stati membri”. Queste le richieste del Cir: facilitare il ricorso alle vie legali d’ingresso, per chi ha diritto, attraverso programmi di reinsediamento e corridoi umanitari in cui siano coinvolti gli Stati dell’Unione; riattivare programmi di ricollocazione con criteri più snelli ed efficaci; revisionare il Regolamento Dublino con particolare riferimento al criterio del Paese di primo ingresso. “Nel caso dell’Aquarius, la Spagna ha annunciato di accogliere i migranti e la prossima volta? L’Italia, anche in considerazione della sua posizione strategica nel Mediterraneo, non potrà nuovamente sottrarsi ad aprire i propri porti”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa

Informativa sulla Privacy