“Penso che il modo immediato di comunicare del Papa riveli una grande apertura verso relazioni umane improntate al rispetto reciproco. Francesco è un papa prudente, desideroso di spiegare le ragioni di una sua scelta. E questo è grandemente positivo”. Lo afferma mons. Dario Edoardo Viganò, assessore della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, nell’intervista pubblicata nel libro “Inquieti sognatori. I giovani nella Chiesa di Papa Francesco” (Lev), a cura di padre Vito Magno. “Papa Francesco dimostra di conoscere il linguaggio che la cultura digitale determina sulle nuove generazioni – aggiunge mons. Viganò -, ma anche su tutti quelli che hanno a che fare con questa dimensione, compresi ovviamente gli operatori pastorali”. A suo avviso, “ci fa capire che nel comunicare è molto importante avere qualcosa da dire e che bisogna stare attenti anche al modo in cui lo si dice”. Il riferimento è alle sue metafore, utilizzate per “richiamare tutti all’uso di un linguaggio di facile accessibilità e ricco di rimandi alla vita concreta”. L’assessore della Segreteria per la Comunicazione vaticana riflette anche sull’opinione a volte negativa espressa dai giovani sulla Chiesa. E fa riferimento ai “tantissimi giovani di movimenti e associazioni che fanno volontariato ed esperienze missionarie; ai tanti laureati che per aiutare chi ha bisogno prediligono lavorare in cooperative”. “C’è un deficit di capacità narrativa da parte della Chiesa – sostiene -. A chi mostra indifferenza andrebbe raccontato in maniera affascinante ciò che fa il mondo baciato dal Vangelo”.