Corpus Domini: card. Betori (Firenze), “dare testimonianza di attenzione e di rispetto al valore e alla dignità del corpo”

“L’insistenza sulla dimensione corporea della persona, così cara al Figlio di Dio, che per venire tra noi prende un corpo e che per restare tra noi si offre nel corpo e sangue sacramentale nella fisicità del pane e del vino, rischia di non trovare adeguata comprensione nella nostra cultura”. Lo ha detto l’arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori, nella messa del Corpus Domini che ha celebrato ieri sera in cattedrale. Parlando della cultura del tempo presente, il porporato ha sottolineato che “da una parte esalta la cura del corpo, facendone un idolo da circondare di ogni attenzione”. Il riferimento è agli interventi su di esso “nella ricerca di correggerne le presunte imperfezioni, inseguendo modelli che di fatto eliminano le identità; fino a stimolarlo, anche illecitamente, per andare oltre i suoi stessi limiti naturali”. Dall’altra parte, il card. Betori ha ricordato la “poca considerazione della dignità del corpo umano” diffusa nel “nostro mondo”. Tanto da “accettare che esso possa essere soppresso prima ancora di nascere, rifiutato quando sulle sue potenzialità vitali cada un giudizio di non adeguato livello qualitativo, abbandonato nel sostegno terapeutico quando se ne constati la decadenza funzionale”. “La stessa contraddizione – ha aggiunto il cardinale – si constata quando si tratta del farsi carico dei corpi malati o debilitati dalla povertà o dall’emarginazione: c’è troppo disattenzione nel nostro mondo verso i poveri, i malati, gli anziani, gli emarginati”. Di qui un monito. “Credere nell’Eucaristia significa dare testimonianza di attenzione, di rispetto al valore e alla dignità del corpo, nostro e degli altri”.

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