Riviste: “Scarp de’ tenis” racconta “il popolo dei sommersi”. “Tre lavori per arrivare alla fine del mese”

“Il popolo dei sommersi” che devono svolgere tre lavori per vivere: è dedicata a loro la copertina del numero di maggio di “Scarp de’ tenis”, rivista di strada promossa da Caritas Ambrosiana e Caritas Italiana. “Sono molte le persone in Italia costrette a mettere insieme due o tre contratti con sedicenti cooperative per portare a casa uno stipendio decente”: nel nostro Paese sarebbero, secondo Scarp, circa 6 milioni. La rivista racconta la vicenda di Luisa, costretta a lavorare in tre diverse imprese di pulizia “per portare a casa un salario appena sufficiente per arrivare a fine mese”. La vicenda di Bubacar: ha un contratto di lavapiatti ma rischia di dormire per strada. Oppure quella di Giovanna, “insegnante precaria che ogni mattina viaggia da Napoli a Roma e, in assenza di chiamate, si barcamena come cameriera e badante”. “Giovanna ha 45 anni”, si legge su Scarp. “Insegnante precaria, cameriera in un pub e, se uno dei due lavori viene meno, badante. Il marito che lavora nell’edilizia con partita Iva e non ha un reddito costante, due figli alle elementari, una madre vedova pensionata statale e 20 anni di mutuo da pagare. La sua settimana si declina fra questi numeri e tre lavori precari”. Come maestra elementare, il suo nome è inserito nella graduatoria di terza fascia, “quella che usano le scuole per la chiamata diretta quando hanno la cattedra scoperta e tutte le disponibilità degli altri due elenchi sono esauriti. Da ottobre a marzo è stata fra quel gruppo di insegnanti che ogni mattina partono all’alba da Napoli con il treno regionale per Roma (convoglio che impiega 2 ore e mezza rispetto ai 50 minuti dell’alta velocità) dove nel bar Momento di Termini, aspettano se una delle scuole per cui sono in lista le chiama per una supplenza anche solo di un giorno”. In questo momento Giovanna si sente fortunata perché alla fine di marzo ha avuto un incarico di supplenza che durerà fino alla fine dell’anno scolastico. Dal lunedì al venerdì insegna e fa la pendolare verso la capitale”. Poi il sabato e la domenica sera fa la cameriera in un pub sul lungomare di Napoli per 30 euro a volta; la chiamano con una certa regolarità e questa piccola entrata le permette di avere dei contanti disponibili. In più quando le avanza tempo, si occupa di un’anziana che abita nel suo palazzo”.
Nel nuovo numero della pubblicazione spazio anche agli Empori Caritas, nati dieci anni fa, oggi gli Empori sono 116 su tutto il territorio nazionale. “Sono luoghi aperti alla comunità, dove si organizzano corsi di educazione finanziaria o economia domestica, lezioni di cucina e laboratori per bambini”. Un ulteriore servizio si concentra sul “calcio sociale”: dalla volontà di un ultrà pentito e di un gruppo di amici “è nato un progetto che vuole cambiare la visione del calcio, che diventa uno sport inclusivo in cui vince chi collabora e aiuta i compagni, anche se disabili, o anziani, o donne”.

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