Pedofilia: don Di Noto, “una piattaforma di file sharing con dominio .to disabilitata grazie a Meter”

“Una piattaforma di file sharing con dominio .to, che nel 2017 ha ospitato n. 10.096 link pedopornografici (video e foto), utilizzata dai pedofili di tutto il mondo, è stata disabilitata grazie alla azione congiunta tra Meter Onlus e i responsabili del registro di “dominio .to”. Lo ha annunciato, stamattina, don Fortunato Di Noto, presidente e fondatore di Meter, in una conferenza stampa, alla presenza del direttivo e dei tecnici dell’Osmocop (Osservatorio mondiale contro la pedofilia e pedopornografia di Meter) presso la sede nazionale Meter. L’operazione è avvenuta in collaborazione diretta con i responsabili informatici del registro di dominio .to del Regno di Tonga (Oceania). “È un vero e proprio colpo inferto da Meter nei confronti della fitta rete criminale di pedopornografi che si sono visti disarmati e ora molto preoccupati per gli sviluppi ulteriori in merito alla individuazione dei soggetti coinvolti, dato che le loro attività illecite sono state segnalate alle autorità competenti. Con una corrispondenza diretta si è avuta una efficace azione di contrasto al di fuori dalle pastoie burocratiche”, si legge in una nota. “Meter onlus, nel costante monitoraggio della rete, nel 2017 (come anche nei precedenti anni) aveva riscontrato e formalmente denunciato – anche alla piattaforma in questione – la presenza del materiale con abuso di minori – precisa la nota -. Queste piattaforme di file sharing a causa delle loro caratteristiche (semplice, anonimo, gratuito e sicuro) costituiscono ‘un’isola felice’ per lo scambio di materiale pedopornografico”.
Don Di Noto ha precisato: “Non si tratta di un’accusa al Regno di Tonga, poiché nonostante l’estensione di dominio .to appartenga geograficamente al Regno, i link contengono servizi forniti da server allocati anche in altre parti del mondo. Per questa ragione, chiunque può registrare un dominio (.to; .ru; .it; etc.) da un qualsiasi posto del mondo”. Perciò, ha aggiunto il presidente di Meter, “non può esserci lotta concreta e repressiva contro questo abietto fenomeno se non c’è una collaborazione con i registri di dominio nazionali e le autorità di Polizia competenti”. Di qui l’auspicio che “i file log (gli indirizzi Ip) possano essere trasmessi alle varie autorità competenti per l’approfondimento e l’individuazione dei responsabili”.
“La nuova strategia di Meter – ha concluso don Di Noto – è totalmente cambiata nell’azione e nella sostanza. I colossi del web hanno delle specifiche responsabilità che non possono eludere appellandosi a una estrema tutela della privacy di coloro che compiono reati così gravi, quali l’abuso, la produzione, la diffusione, la vendita di codesto materiale. La faccenda più spinosa è che sono necessarie delle leggi ad hoc da parte degli Stati che attualmente non permettono l’accesso ai file log per l’individuazione dei soggetti. La mancanza di tali leggi provoca il rischio che la nostra azione risulti lenta, debole e poco efficace”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo

Informativa sulla Privacy