Appello dell’Unicef agli Stati Uniti per rivedere “urgentemente” le sue strategie per la protezione dei bambini al confine meridionale. Lo comunica con una nota indirizzata ai media. “Non dobbiamo punire i bambini che arrivano qui alla ricerca di protezione e in fuga da violenza e povertà”, si legge. La posizione dell’Onu espressa ai rappresentanti politici per proteggere gli oltre 50 milioni di bambini che hanno superato il confine o migrati a causa di povertà, violenze e circostanze fuori dal loro controllo è di “tenerli assieme ai loro genitori e alle famiglie”. Quindi, di “porre fine alla separazione dai genitori come tattica deterrente”. “La separazione dalla famiglia rende i bambini più vulnerabili a sfruttamento e abuso, indipendentemente dal contesto in cui si trovano – si legge nel comunicato –. Inoltre separazioni traumatiche creano tremendi stress nei bambini e negli adolescenti che possono avere profonde conseguenze sul loro sviluppo e aumentare il rischio di malattie legate allo stress fino all’età adulta”. Unicef segnala come “la paura della separazione e della detenzione è uno dei fattori chiave che porta diversi bambini lontano da cure e protezione”. Poi, l’appello alle autorità per garantire loro “sicurezza e assistenza”. Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, “i bambini devono essere identificati in base alla loro età, non alla provenienza”.