Papa Francesco al Cec: pastore Robra a La Civiltà Cattolica, “reale speranza rapporto tra Chiese come se fossero una cosa sola”

“Il mondo vede nel Papa una voce determinante del cristianesimo mondiale, insieme al patriarca ecumenico Bartolomeo e a pochi altri capi ecclesiastici. Sarebbe davvero un grande passo avanti se divenisse chiaro che il Papa non parla soltanto nell’interesse della Chiesa cattolica di Roma, ma piuttosto anticipa quella Chiesa una, santa, apostolica e cattolica con coloro che finora sono separati”. Ad esprimere l’auspicio è il pastore evangelico Martin Robra, responsabile dei rapporti tra il Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) e la Chiesa cattolica, in un’intervista a La Civiltà Cattolica alla vigilia dell’incontro di Papa Francesco con il Cec il prossimo 21 giugno a Ginevra. Rispondendo alle domande del direttore della rivista, p. Antonio Spadaro, dopo aver presentato la natura e la missione del Consiglio il pastore Robra dichiara: “È sorprendente che Papa Francesco abbia dato tanto rilievo al Cec durante la sua visita a Ginevra. È un fatto molto diverso rispetto alle due precedenti visite dei papi Paolo VI e Giovanni Paolo II”. Il pastore sottolinea che la cooperazione con i dicasteri vaticani oggi è migliorata molto e che Evangelii gaudium, Amoris laetitia e Laudato si’ sono state studiate dal gruppo operativo del Cec perché documenti “saldamente radicati nella dottrina della Chiesa cattolica, ma in ottima consonanza con il lavoro unitario delle Chiese del Cec” per il quale “sono diventati punti di riferimento ricorrenti”. Infine Robra fa proprio l’atteggiamento del Papa: “Nutro una reale speranza nel rapporto tra le Chiese ‘come se’ fossero una cosa sola”. L’intervista verrà pubblicata nel quaderno 4031 in uscita sabato 2 giugno e, per la sua importanza, in contemporanea anche dal sito ufficiale del Consiglio ecumenico delle Chiese in inglese, tedesco e italiano: in inglese, tedesco e italiano: www.oikoumene.org.

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