Migrazioni: Letta (Ist. Delors), “gestire crisi immediatamente e vie legali d’ingresso in Europa”

“Le crisi migratorie acute devono essere gestite immediatamente per  evitare situazioni fuori controllo. Altrimenti si crea un impatto sulle opinioni pubbliche, come è avvenuto” con “il Brexit e il clima da Brexit anche in Italia” . Lo ha detto stasera a Roma Enrico Letta, presidente Istituto Delors ed ex presidente del Consiglio, parlando all’incontro conclusivo del ciclo “Aiutiamoli a casa loro” promosso dal Centro Astalli alla Pontificia Università Gregoriana. Il punto di partenza della crisi migratoria 2014-2016, a suo avviso, nasce “dall’elemento scatenante della guerra in Siria, dai lasciti delle guerre in Iraq e Afghanistan”. “È chiara la responsabilità dell’Occidente – ha affermato -. Non ci sarebbero rifugiati siriani iracheni o afghani se l’Occidente non avesse sbagliato tutte quelle guerre o le avesse gestite in altro modo”. L’impatto della crisi migratoria nei Balcani nel 2015, con 1 milione di arrivi e immagini forti sui media ad esempio, ha prodotto “uno degli effetti più disastrosi in Gran Bretagna con la Brexit, nonostante lì non siano arrivati immigrati. Con due anni di ritardo stiamo vivendo anche noi un clima da Brexit”. “Se bussano alla porta 500.000 persone insieme si capisce che c’è bisogno di una dinamica di solidarietà collettiva”, ha proseguito, “invece l’atteggiamento è sempre stato: ‘voi avete il virus ve lo tenete, chiudiamo la frontiera così rimane da voi’. Ma l’impatto politico diventa di puro panico anche in altri Paesi”. Appena esplosa la crisi siriana, con 7 milioni di persone fuggite di cui 1 milione in Europa, secondo Letta “avremmo dovuto gestire la selezione e l’afflusso direttamente alle porte della Siria, distribuendo 1 milione di persone nel territorio europeo e facilitando l’integrazione. Non avremmo avuto il Brexit, gli sconvolgimenti politici in alcuni Paesi, le spese sarebbero state inferiori e avremmo avuto un dispositivo funzionante anche per altree crisi”. In questa gestione sbagliata, ha sottolineato, “abbiamo perso l’anima come europei. Quando tra qualche secolo un professore di zoologia marina troverà nel fondo del mediterraneo 15.000 scheletri si chiederà quale guerra c’è stata. E i nostri Paesi europei dov’erano? Spero che quella lezione saremo in grado di impararla”.  Purtroppo, ha concluso, “la questione è politica e culturale. Non basta una legge ben fatta a risolvere il problema di fronte ad una opinione pubblica disastrata”. Ha poi invitato l’Ue a trovare una figura autorevole “che si occupi di questioni migratorie in maniera trasversale a livello unico europeo, altrimenti non ci sarà nessuno che reagirà contro le voci xenofobe “a livello unico europeo per dire la verità”. Inoltre, “è fondamentale integrare tutte le politiche, a partire dal Regolamento di Dublino” e  “costruire una politica per una via legale all’immigrazione” soprattutto perché “dal punto di vista demografico gran parte dei Paesi europei avrà bisogno di nuove energie, o non saremo in grado di gestire l’evoluzione del nostro continente”.

 

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia

Informativa sulla Privacy