Migranti: Comunità Sant’Egidio, vescovi e governo del Burkina Faso a Lampedusa per rendere omaggio ai morti in mare

“Questo viaggio è stato per noi un vero pellegrinaggio; si tratta di un luogo che è stato raggiunto da coloro che sono riusciti a sfuggire alla morte nel deserto, alla morte nel Mediterraneo e da coloro che poi proprio lì non ce l’hanno fatta”. Così mons. Paul Y. Ouedraogo, arcivescovo di Bobo-Dioulasso e presidente della Conferenza episcopale del Burkina Faso, al termine della visita che ieri e oggi ha compiuto con una delegazione di vescovi (tra cui il card. Philippe Ouedraogo, arcivescovo di Ouagadougou) e del governo del Burkina Faso sull’isola di Lampedusa. Nella giornata di ieri i vescovi hanno preso parte ad una cerimonia sulla costa dove sorge la “Porta d’Europa”. Questa mattina hanno invece reso omaggio alle migliaia di vittime morte in mare con la sosta al cimitero e al Molo della Madonnina da dove partono regolarmente i soccorsi ai tanti barconi alla deriva. Al termine della cerimonia, ricordando il gesto di Papa Francesco, è stata lanciata una corona di fiori in mare a bordo di una motovedetta del Corpo della Capitaneria.
Parlando della responsabilità comune, di Europa e Africa, di fronte a questa tragedia dei migranti nel Mediterraneo, mons. Ouedraogo ha affermato che “dai due lati del mare ci si è troppo abituati alle morti in mare. L’Europa dei responsabili pensa a difendersi dai rifugiati, l’Africa dei responsabili chiude gli occhi e gira la testa dall’altra parte. Ringraziamo la Comunità di Sant’Egidio e le Chiese protestanti italiane per avere creato i corridoi umanitari che sono una strada di speranza per l’avvenire”. Gli ha fatto eco il segretario di Stato Alfred Gouba, a nome del governo burkinabè, che, da una parte ha chiesto ai Paesi di accoglienza “una maggiore protezione” e “condizioni più degne “ per i migranti, dall’altra, “consapevole della nostra responsabilità di africani verso coloro che partono”, ha chiesto “una nuova forma di partenariato” tra i due continenti “perché cessino queste tragedie”.

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