Sgorbati beata: sr Brambilla (Missionarie Consolata), “il riconoscimento del martirio di Leonella è un ulteriore sigillo per il nostro carisma nel segno della Consolazione”

(da Piacenza) “Oggi abbiamo celebrato la bellezza, la fecondità, la profondità e la radicalità della nostra vocazione cristiana”. Così suor Simona Brambilla, superiora generale delle Missionarie della Consolata, in conclusione del rito di beatificazione di suor Leonella Sgorbati nella cattedrale di Piacenza. “Desidero ringraziare con tutto il cuore Dio che ci dona di celebrare assieme la nostra vocazione, riconoscendo in suor Leonella una testimone, ossia una persona che, con la sua vita, racconta, ridice, fa memoria di Cristo. Desidero ringraziare la nostra Madre tenerissima, la Consolata, che è alla radice dei nostri istituti missionari e che, quale vera mamma, accompagna e sostiene ciascuno dei suoi figli e figlie nel cammino di santità missionaria che il beato Giuseppe Allamano, nostro fondatore, trasmettendoci il carisma, ci ha indicato”. “Diceva il beato Allamano alle Sorelle: ‘Voi dovreste venir tutte sante, non dico tutte sugli altari sebbene qualche martire mi piacerebbe pure averla’. Oggi abbiamo una martire riconosciuta tale dalla Chiesa: suor Leonella, Missionaria della Consolata!”. “Il riconoscimento del martirio di suor Leonella ha un senso forte e profondissimo per noi: si tratta di un ulteriore sigillo della Chiesa sul cammino di santità che il nostro carisma ci propone, nel vivere la missione ad gentes, tra non cristiani, nel segno della Consolazione. Leonella consuma la sua vita proprio così, quale mediazione umile e fragile della consolazione di Dio, tra i non cristiani, tra i fratelli e le sorelle somali di fede islamica, che amava con tutto il suo cuore di sorella e di madre”, ha concluso suor Brambilla.

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