(da Piacenza) “L’uccisione di suor Leonella rivela il veleno che si nasconde nel cuore dell’uomo. Le uccisioni di innocenti sono il sigillo del male”. Così il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, ha iniziato l’omelia per la beatificazione di suor Sgorbati in cattedrale a Piacenza. “Il martire cristiano non è un fanatico distruttore ma un difensore della vita, dispensatore di carità, di perdono”, ha continuato il cardinale. “Suor Leonella ha bagnato con sangue benedetto la terra somala, una terra che era rigogliosa e ora è desolazione. In Somalia la Chiesa cattolica è stata repressa. La beata Sgorbati fa parte di un corteo di benefattori uccisi in odio alla fede in Somalia come mons. Salvatore Colombo primo vescovo di Mogadiscio, il missionario francescano Pietro Turati, la missionaria laica Annalena Tonelli, il medico Graziella Fumagalli”.
Le ultime parole di suor Leonella – “Perdono, perdono, perdono” – sono le stesse “pronunciate da Gesù – ha detto il cardinale – sulla croce quando ha perdonato chi lo ha crocifisso. È la carta d’identità del martire cristiano. Il martirio è un dono che genera pace e fratellanza, il martire invita a deporre le armi e le trasforma in strumenti di pace”. Quindi il card. Amato ha citato la storia dal cristiano anglicano, inglese, Nigel Baldwin, alcuni mesi dopo la morte di suor Leonella: “Nonostante gli sforzi non riusciva a perdonare un conoscente ormai morto che gli aveva fatto un torto. Sentendo dell’uccisione di Leonella lo stesso giorno del suo martirio le aveva acceso una candela e pensando alle sue parole di perdono aveva scacciato via l’amarezza e perdonato il suo conoscente”.
Il cardinal Amato ha concluso l’omelia con l’augurio che, pregando la beata Leonella, “si possano aprire in famiglia e nella società strade di dialogo, di accoglienza e di perdono”.