Povertà: Fara (Eurispes), “nella società dei tre terzi aumentano gli esclusi e gli elementi più dinamici sono a rischio”

Oggi “si può parlare di una società dei ‘tre terzi’” afferma il presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara presentando a Roma il rapporto “Povertà, disuguaglianze e fragilità in Italia – Riflessioni per il nuovo Parlamento”. E spiega: “Un terzo super garantito da livelli di reddito di gran lunga più elevati di quelli sperimentati nel recente passato, non solo in assoluto, ma anche se confrontati con la media e soprattutto con i redditi più bassi. Al contrario, sopravvive, a stento, il terzo degli esclusi, che non solo non si è ridotto ma che ha visto svanire la propria speranza di riscatto e confermata la condanna all’esclusione”. Ma la novità degli ultimi anni, rileva il presidente di Eurispes, “è rappresentata oggi dal terzo intermedio che si colloca fra gli altri due, avendo caratteristiche distinte dagli uni e dagli altri. Non gode di particolari privilegi e raccoglie tutti coloro che pensavano che la loro capacità di lavoro, la loro professionalità ed il loro spirito di iniziativa e di intrapresa potessero essere sufficienti a mantenerli o a farli entrare nei due terzi dei fortunati di galbraithiana memoria. Fra di loro possiamo trovare gli elementi più attivi e più dinamici della società civile. Ma essi sono diventati tutti a rischio di povertà”. Il riferimento è “ad un piccolo o anche medio imprenditore che, per difficoltà economiche e certamente momentanee, non trova credito presso il sistema bancario e cade nella rete degli usurai”; oppure, “ed è piuttosto frequente, ad una famiglia di medio reddito che veda entrare in casa, attraverso uno dei suoi componenti, il problema della tossicodipendenza; pensiamo ad una lunga malattia di un lavoratore autonomo”.

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