Ue: Commissione illustra il nuovo bilancio pluriennale. Più ricerca, sicurezza e giovani, meno Pac

Bruxelles, 2 maggio: Juncker illustra alla stampa il bilancio pluriennale 2021-2027 (foto SIR/CE)

(Bruxelles) “Alcuni premier hanno mostrato dubbi e frustrazioni, altri non hanno detto nulla e altri si sono detti d’accordo”: il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, illustra alla stampa – dopo averlo presentato all’Europarlamento – il Quadro finanziario pluriennale 2021-2017. Si tratta in realtà della proposta che oggi avanza la Commissione, mentre la competenza a decidere è di Parlamento e Consiglio Ue. Un bilancio che, in sette anni, vale poco più di un miliardo di euro, pari all’1,08% del Pil comunitario. Il commissario Oettinger spiega che “finora la politica di coesione e la politica agricola (Pac) valevano insieme l’80% del bilancio”. Si procede a una revisione “per rispondere alle nuove necessità”, a partire – esemplifica – da sicurezza, frontiere, migrazioni. “Questi sono investimenti senza un immediato ritorno” e che comunque, sostiene, non possono mancare. Nella proposta della Commissione si legge che “per finanziare nuove e urgenti priorità, occorrerà innalzare gli attuali livelli di finanziamento. Gli investimenti di oggi in settori quali la ricerca e l’innovazione, i giovani, l’economia digitale, la gestione delle frontiere, la sicurezza e la difesa contribuiranno alla prosperità, alla sostenibilità e alla sicurezza di domani. Sarà raddoppiato, ad esempio, il bilancio del programma Erasmus+ e del corpo europeo di solidarietà”.
Nel contempo la Commissione “ha valutato criticamente dove fosse possibile realizzare risparmi e aumentare l’efficienza. La Commissione propone che i finanziamenti a favore della politica agricola comune e della politica di coesione subiscano una modesta riduzione (in entrambi i casi del 5% circa) per tener conto delle nuove realtà di un’Unione a 27. Queste politiche saranno aggiornate in modo da poter comunque produrre risultati con minori risorse ed essere addirittura al servizio di nuove priorità”. Il bilancio pluriennale deve peraltro considerare le esigenze di una Ue che perde nel frattempo il contributo britannico. “Le dimensioni del bilancio Ue sono contenute rispetto a quelle dell’economia europea e dei bilanci nazionali. Eppure questo bilancio può davvero fare la differenza nella vita di cittadini e imprese, a condizione che gli investimenti siano realizzati in settori nei quali l’impatto della spesa dell’Ue possa essere maggiore rispetto a quello della spesa pubblica nazionale, vale a dire in settori in cui l’Unione sia in grado di apportare un reale valore aggiunto europeo”. Alcuni esempi in questo senso: “I progetti di ricerca in settori di punta che riuniscono i migliori ricercatori europei, le grandi infrastrutture o i progetti per consentire la trasformazione digitale o le iniziative intese a dotare l’Unione degli strumenti necessari per proteggere e difendere i suoi cittadini”. Ciò è indispensabile “nel mondo di oggi in rapida evoluzione, in cui l’Europa si trova a far fronte a sfide demografiche, all’instabilità nei Paesi vicini e a molti altri problemi urgenti che superano i confini nazionali”.

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