Primo maggio: mons. Perego (Ferrara) “ai cristiani chiesto impegno etico e sociale nuovo proprio a partire dal lavoro”

Quantità, qualità e dignità del lavoro: sono i cardini sui quali si è imperniata la riflessione mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, nell’omelia per la festa di San Giuseppe Lavoratore, celebrata ieri 1° maggio nella cattedrale di Ferrara. “Anche il nostro territorio diocesano – ha esordito il presule – è colpito da questi nuovi fattori strutturali che generano meno lavoro, meno occupazione, meno risparmio, più ingiustizie, più precarietà. Se è vero che mediamente i lavoratori in mobilità sono dimezzati sul territorio ferrarese, i disoccupati sono diminuiti tra il 2014 e il 2016, ma tra il 2015 e il 2016 sono tornati ad aumentare (33.000 nel 2014, 29.850 nel 2015, 30.700 nel 2016), di cui oltre il 55% sono over 40, mentre il 15% tra i 18-25 anni”. Dopo avere richiamato Rerum novarum e Laborem exercens, Perego ha citato Evangelii gaudium con il monito di Papa Francesco sul lavoro che oggi deve essere “libero, creativo, partecipativo e solidale”, tema approfondito all’ultima Settimana sociale. “Libero significa dire no a forme nuove di precariato, di lavoro nero, di sfruttamento – ha spiegato -; creativo significa che il lavoro nasce dall’intelligenza e dalla fatica dell’uomo”; partecipativo significa che occorre “parlare di un’impresa comunitaria, dove l’utile è condiviso anche tra i lavoratori” coinvolti “nella costruzione dell’impresa e nel lavoro”. Infine, solidale, ossia aperto “ai più deboli o diversamente abili e caratterizzato da “forme di tutela del lavoratore”. Come cristiani, soprattutto i laici cristiani, siamo chiamati a “cercare il regno di Dio trattando le realtà temporali – tra cui il lavoro -, e ordinandole secondo Dio”, ha affermato ricordando la Lumen Gentium. “Questo – ha concluso l’arcivescovo – chiede un impegno etico e sociale nuovo proprio a partire dal lavoro dell’uomo” dando “testimonianza di un dialogo sociale e di un lavoro libero, creativo, solidale e partecipativo”.

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