Ramadan: Pontificio Consiglio dialogo interreligioso, passare “dalla competizione e dallo scontro ad una cooperazione efficace per il bene comune”

Passare “dalla competizione e dallo scontro ad una cooperazione efficace per il bene comune”. È quanto sottolinea quest’anno il messaggio di auguri che il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ha inviato ai musulmani per un “fruttuoso digiuno” nel mese di Ramadan ed un gioioso ‘Id Al-Fitr che cade il 14 giugno. Il messaggio è firmato dal presidente del Dicastero vaticano, card. Jean-Louis Tauran, e dal segretario, mons. Ángel Ayuso Guixot, e porta quest’anno come titolo “Cristiani e musulmani: dalla competizione alla collaborazione”.
“In passato – scrivono Tauran e Ayuso – le relazioni fra cristiani e musulmani sono state segnate troppo spesso da uno spirito di competizione, di cui si vedono le conseguenze negative: gelosia, recriminazioni e tensioni. In alcuni casi queste hanno portato a violenti scontri, specialmente quando la religione è stata strumentalizzata, soprattutto a causa di interessi di parte e di moventi politici”. In un mondo globalizzato e caratterizzato da crescenti tensioni, “tale rivalità interreligiosa ha segnato negativamente l’immagine delle religioni e dei loro seguaci, alimentando l’idea che esse non siano fonti di pace ma, piuttosto, di tensione e violenza”.
Occorre però “prevenire e superare queste conseguenze negative”. Per questo – scrivono i responsabili del dicastero vaticano “è importante che noi cristiani e musulmani, pur riconoscendo le nostre differenze, ci rammentiamo di quei valori religiosi e morali che condividiamo. Riconoscendo ciò che abbiamo in comune e manifestando rispetto per le nostre legittime differenze, noi possiamo stabilire con ancor più fermezza un solido fondamento per relazioni pacifiche, passando dalla competizione e dallo scontro ad una cooperazione efficace per il bene comune. Ciò è a vantaggio, particolarmente, dei più bisognosi e permette a tutti noi di offrire una testimonianza credibile dell’amore dell’Onnipotente per l’umanità intera”. Nel messaggio si sottolinea anche “il diritto e il dovere” che tutti i credenti hanno “di rendere testimonianza all’Onnipotente” al quale rendono culto, di “condividere le nostre credenze con gli altri, nel rispetto per la loro religione ed i loro sentimenti religiosi”. E concludono: “Per poter incoraggiare relazioni pacifiche e fraterne, lavoriamo insieme ed onoriamoci scambievolmente. In questa maniera daremo gloria all’Onnipotente e promuoveremo l’armonia nella società che è sempre più multietnica, multireligiosa e multiculturale”.

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