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Papa Francesco: agli ambasciatori, “sfidare la globalizzazione dell’indifferenza”

“Il fine complessivo di tutta l’attività diplomatica” deve essere “lo sviluppo, quello integrale di ogni persona, uomo e donna, bambino e anziano, e quello delle nazioni all’interno di un quadro globale di dialogo e di cooperazione a servizio del bene comune”. Lo ha detto questa mattina Papa Francesco ricevendo nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico gli ambasciatori di Tanzania, Lesotho, Pakistan, Mongolia, Danimarca, Etiopia e Finlandia in occasione della presentazione delle lettere credenziali. “Nessuno può ignorare la nostra responsabilità morale a sfidare la globalizzazione dell’indifferenza – ha aggiunto -, il far finta di niente davanti a tragiche situazioni di ingiustizia che domandano un’immediata risposta umanitaria”. “Tra le questioni umanitarie più pressanti che la comunità internazionale ha ora di fronte vi è la necessità di accogliere, proteggere, promuovere e integrare quanti fuggono da guerra e fame o sono costretti da discriminazioni, persecuzioni, povertà e degrado ambientale a lasciare le loro terre”, ha proseguito il Papa: “Nonostante la complessità e la delicatezza delle questioni politiche e sociali implicate, le singole nazioni e la comunità internazionale sono chiamate a contribuire al meglio delle loro possibilità all’opera di pacificazione e di riconciliazione, mediante decisioni e politiche caratterizzate soprattutto da compassione, lungimiranza e coraggio”.

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