“Le promesse di Dio non sono come quelle degli uomini. Noi siamo avvezzi a impegnarci, a fare facili dichiarazioni elettorali, a fare promesse che però spesse volte alla prova dei fatti non riusciamo a mantenere. Forse dovremmo imparare a domandare perdono per quelle volte che il futuro buono non si è realizzato perché abbiamo mancato di osservare quanto avevamo promesso di fare”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, intervenendo oggi pomeriggio, a Padova, al convegno “Scrutatori di nuovi e antichi orizzonti. Al passo col futuro, tra nichilismo e bisogno di speranza”, nell’ambito del Festival Biblico. “Per i cristiani, come ora Papa Francesco ci ricorda, leggere la Bibbia non è qualcosa di secondario, ma di fondativo per la fede. Ecco perché nella Evangelii Gaudium il Pontefice scrive che è il testo biblico che deve essere al centro dell’annuncio del Vangelo e aggiunge che la Bibbia deve essere studiata ‘con la massima attenzione e con un santo timore di manipolarla’”. “Si può dire – ha aggiunto il cardinale – che questa espressione esprime la stessa cura che si dovrebbe avere quando si ascoltano le persone, proprio perché le persone si incontrano”. Approfondendo il tema della consequenzialità tra presente e futuro da una prospettiva biblica, il presidente della Cei ha sottolineato che “il futuro non è né contrapposto al presente – visto solo in modo negativo come qualcosa da buttar via per ripartire da zero – e non è nemmeno un’altra cosa dalla vita che già viviamo”. Qui subentra la “visione religiosa del futuro” che “potrebbe farci cadere in una facile illusione, cioè l’idea che il futuro si costruisca ‘da solo’ o ‘da Dio solo’”. Ma “questo non corrisponde al messaggio della Bibbia, per la quale il futuro è nelle mani di Dio ma anche nelle nostre mani. Il futuro è infatti fondato su una promessa di Dio e sul nostro impegno”. “Accogliendo e vivendo il Vangelo – ha concluso il card. Bassetti – si può costruire un futuro migliore per l’uomo e per il nostro pianeta”.