Chiesa: card. Bassetti, “riscoprirsi bisognosi di perdono è la sfida di oggi”

“Riscoprirsi peccatori e bisognosi di perdono e di pace è la sfida di oggi, anche per i cristiani più avvertiti, che sovente non pongono sufficiente attenzione al sacramento della riconciliazione, mentre è attraverso di esso che giungono a noi le grazie per una vera vita in Cristo”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, nell’omelia della Messa che ha celebrato oggi pomeriggio, al Santuario di San Leopoldo Mandić, a Padova. “Il Signore, che ascende tra le nubi, non ci abbandona; non ci lascia nel vuoto della disperazione umana, ma rimane sempre vicino, vivo e operante nella sua Chiesa, comunità di credenti, certo non immuni dal peccato ma capaci di ricorrere al Suo perdono”, ha aggiunto il porporato delineando una Chiesa, quella di oggi, che “cammina accanto all’uomo con lo spirito del Samaritano, cercando di curarne le ferite; una Chiesa ‘ospedale da campo’ o ‘ambulanza che raccoglie i feriti’, come la chiamava don Primo Mazzolari”. Il card. Bassetti si è poi soffermato sui “miracoli del confessionale”, “realtà concreta”: “La persona, liberata dal peso della colpa e illuminata dalla grazia, rinasce a vita nuova, cambia quasi aspetto ed entra in quella comunione di bene che il Signore riversa sui servi fedeli”. Premessa a questo “processo di rinascita morale” è senza dubbio il “riconoscerci peccatori, avere appieno l’avvertenza di esserci allontanati dallo sguardo amorevole del Padre”. L’arcivescovo ha quindi sottolineato che “ogni persona è in grado di mettersi alla sequela del Signore Gesù, abbandonando la via del male”. “Di questo processo di liberazione è stato migliaia di volte testimone san Leopoldo, il quale rimaneva ammirato dinanzi alle grazie che il Signore concede al peccatore pentito: vedeva come tante anime si trasfigurassero nel nascondimento del confessionale, riscoprendo la bellezza della vita in Cristo, libere dal fardello del peccato, che condiziona ogni uomo”.

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