Corea del Nord: vertice di Singapore. Prove (Wcc), “tutti gli sforzi di dialogo devono essere sostenuti. Ripresa dello scontro militare rischia conflitto catastrofico nella regione”

“Tutti gli sforzi devono ora essere fatti per incoraggiare un dialogo e un impegno continui. Una ripresa dello scontro militare rischia un conflitto catastrofico nella regione”. È un appello ad agire con senso di responsabilità in questa delicata fase delle negoziazioni quello lanciato da Peter Prove, direttore del dipartimento affari internazionali del Wcc, parlando al Sir del viaggio che – a pochi giorni dallo storico vertice intercoreano di Panmunjom (27 aprile) e in vista dell’altrettanto storico summit di Singapore tra il presidente Usa Donald Trump e il leader nordecoreano Kim Jong-un – una delegazione ecumenica internazionale ha fatto nella Repubblica democratica popolare di Corea, dal 3 al 7 maggio, su invito della Federazione coreana cristiana (Kcf). La delegazione era composta dai rappresentanti del Consiglio ecumenico delle Chiese (Wcc) e della Comunione mondiale delle Chiese riformate (Wcrc). “In tutti gli incontri che abbiamo avuto con le controparti della Repubblica popolare democratica di Corea (Rpdc) – dice Prove –, abbiamo potuto registrare un grande entusiasmo e impegno per l’attuazione della Dichiarazione congiunta di Panmunjom e una visione palesemente più positiva sulle prospettive di convivenza pacifica nella penisola coreana di quanto abbiamo osservato in precedenti visite. L’impulso per la pace deve ora continuare, attraverso iniziative volte a ridurre ulteriormente la tensione e costruire la fiducia, in particolare rispettando gli impegni presi nella Dichiarazione di Panmunjom”.
La Federazione coreana cristiana è partner del Wcc nella Repubblica popolare democratica di Corea da oltre 30 anni. Nei 4 giorni di visita a Pyongyang la delegazione ha celebrato culti nella chiesa di Bongsu e nella chiesa di Chilgol – di cui faceva parte la madre di Kim Il Sung. La leadership politica della Rpdc accetta le visite del Wcc e consente ai rappresentanti della Federazione cristiana coreana di incontrarsi con loro in altre parti del mondo, perché “dietro a questi rapporti c’è una lunga storia di impegno, di promozione del dialogo, di assistenza umanitaria”. “Riteniamo che il Vertice inter-coreano e la Dichiarazione di Panmunjom abbiano creato un miracoloso nuovo slancio per la pace dopo tanti mesi e anni di crescenti tensioni e scontri”, sottolinea Prove, aggiungendo anche che “la Dichiarazione riflette molti dei principi chiave per i quali il Wcc e le sue Chiese hanno sostenuto per decenni. Riteniamo che debba essere rispettata e sostenuta dalla Comunità internazionale come chiara espressione della leadership inter-coreana di proseguire sulla strada della pace, per rompere quel lungo ciclo storico in cui il popolo della Corea è stato vittima di conflitti e competizione tra i grandi poteri del mondo e della regione. Chiediamo a tutti i membri della Comunità internazionale di mettere la Corea al primo posto, di sostenere lo slancio per la pace e di astenersi da un ritorno controproducente alle politiche conflittuali del passato, rischiando così tanto per tante persone. E invitiamo tutte le Chiese e i cristiani di tutto il mondo a riflettere e ad agire sulla loro chiamata cristiana a essere pacificatori in questo contesto, come in tutti i conflitti e le tensioni del mondo”.

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