Primo maggio: Mattarella, “la Costituzione è sollecitazione alla piena affermazione del diritto al lavoro, a un buon lavoro”

(Foto: Quirinale)

“Il Primo Maggio è anche una festa della nostra democrazia. La Costituzione pone il lavoro a fondamento della Repubblica”. “Orgogliosi della nostra Carta costituzionale”, “la assumiamo come una costante sollecitazione a superare gli ostacoli che si frappongono a una piena affermazione del diritto al lavoro, a un buon lavoro”. Lo ha affermato questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso al Quirinale nel corso della cerimonia per la Festa del lavoro durante la quale ha consegnato le Stelle al merito del lavoro “alla memoria” di Giovanni Castelletti e di Luigi Albertelli. “Il lavoro – ha proseguito – consente di vivere con dignità, di contribuire al benessere di tutti, di passare il testimone della vita alle generazioni future. Come ogni buon diritto, contiene anche doveri”. Per Mattarella, “questa è la connessione che ci rende partecipi del bene comune. Senza l’integrazione fra diritti e doveri possono diffondersi egoismi, diffidenza, sfiducia, emarginazione”. “Desidero manifestare, in questa giornata, la mia solidarietà e il mio sostegno a tutti coloro che sono alla ricerca di un lavoro, a quanti un lavoro vogliono intraprendere, a coloro che soffrono per averlo perduto, a chi ha occupazioni precarie, o parziali, e non per propria volontà. Soprattutto – ha aggiunto il Capo dello Stato – intendo esprimere vicinanza e incoraggiamento ai giovani: non possiamo fare a meno del loro lavoro, della loro passione, della loro intelligenza, della loro maggiore sintonia con le straordinarie trasformazioni che segnano il nostro tempo”. Il presidente ha sottolineato come “il lavoro è la priorità, avvertita dalla stragrande maggioranza dei nostri concittadini. Le istituzioni sono chiamate a fare la loro parte”. Mattarella ha anche ricordato che “la disoccupazione dei giovani è ancora troppo elevata, che al Sud la mancanza di lavoro ha proporzioni inaccettabili, che l’occupazione femminile – benché in crescita – resta sensibilmente inferiore rispetto alla media dei Paesi dell’Unione, e questo comporta un grave deficit di qualità, di competitività, di giustizia per l’Italia”. Dal presidente della Repubblica anche il richiamo ai lavoratori che “non guadagnano a sufficienza e faticano a mantenere se stessi e la loro famiglia”.

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