“Il fatto che la Russia abbia combattuto contro il terrorismo mondiale per fermarlo lontano dai confini russi è una decisione molto coraggiosa”. Così ha detto il patriarca Kirill in un collegamento video dalla cattedrale di Cristo Salvatore con i militari russi nella base aerea di Khmeimi, in Siria, avvenuto ieri, giorno della festa di Pasqua per la Chiesa ortodossa. La trascrizione del messaggio è stata pubblicata sul sito del patriarcato. “L’esperienza dimostra”, ha proseguito Kirill, “che senza una tale decisione, la Siria sarebbe scomparsa. Indubbiamente, i cristiani sarebbero morti, o avrebbero abbandonato i luoghi della loro residenza storica, ma soprattutto (lo sapete meglio di me) il nemico si sarebbe avvicinerebbe ai nostri confini e avrebbe minacciato direttamente i nostri popoli”. Il patriarca ha ringraziato di cuore i soldati per “l’impresa militare che stanno compiendo” definendola “un atto d’immenso significato storico”, che “ha non solo un significato politico e umanitario, ma anche spirituale, specialmente per la nostra gioventù”. È infatti un esempio “di come oggi le persone fedeli al giuramento, al dovere, compiano azioni coraggiose, salvino gli altri”, ed è un “vivido segno” del fatto che la “forza del nostro spirito non si è prosciugata”. Nelle basi militari russe in Siria ci sono 25 sacerdoti ortodossi che prestano servizio come cappellani: “Molti di loro hanno ricevuto riconoscimenti da parte dello Stato per i risultati del loro lavoro”, si legge sul sito.