Colombia: alla Javeriana di Bogotá congresso teologico “Medellín cinquant’anni dopo”. Scannone (gesuita), “evitare ideologie, valorizzare movimenti popolari”

“Dobbiamo evitare l’ideologizzazione sia marxista che neoliberale della lotta contro le ingiustizie”. Lo spiega al Sir l’ottantaduenne teologo gesuita Juan Carlos Scannone, già insegnante del giovane Jorge Mario Bergoglio ed esponente della corrente teologica chiamata “Teologia del popolo”, a margine del congresso teologico internazionale “Medellín cinquant’anni dopo”, che si è concluso ieri all’Università Javeriana di Bogotá. Secondo Scannone, “va valorizzata la scelta di Papa Francesco di rivolgersi ai movimenti popolari, che ha riunito in Vaticano ben tre volte, come protagonisti del cambiamento di strutture inique, universalizzando il messaggio di Medellín. La cultura dello scarto nella globalizzazione neoliberale, si contrappone alla creatività dei movimenti sociali e popolari i quali, attraverso il lavoro comunitario e l’economia popolare, costruiscono la dignità dei popoli, e fanno poesia, come dice Papa Francesco”. “Gli incontri dei movimenti sociali con Papa Francesco sono un’attualizzazione dell’opzione preferenziale dei poveri di Medellín”, conclude Scannone. Il teologo ha presentato al congresso di Bogotá il suo nuovo libro “La teologia del pueblo – Raices teologicas del Papa Francisco”, Edizioni Sal de la tierra, Madrid.
Presente a Bogotá anche il teologo brasiliano Agenor Brighenti, docente dell’Università Cattolica di Paraná, che con il Sir ripercorre il significato della Conferenza di Medellín: “Nell’ottica dei poveri, a Medellín, i vescovi si proposero di aiutare a rispondere a quattro sfide principali del Subcontinente: la fede cristiana di fronte al grave fenomeno della povertà, che minacciava la vita di gran parte della popolazione; lo sviluppo di un’azione evangelizzatrice che arrivasse ai settori popolari e anche alle strutture di potere; la promozione di una liberazione integrale, che coniugasse simultaneamente cambiamento personale e cambiamento delle strutture; la promozione di un nuovo modello di Chiesa, autenticamente povera, missionaria e pasquale, slegata da ogni potere temporale”.

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