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Patriarca Bartolomeo: al clero romano, “anche se adagio, il cammino verso l’unità delle nostre Chiese è inarrestabile”. “Mettere in atto un progetto” per la Pasqua comune

“Dal XVI secolo, il discostarsi del calendario giuliano e del calendario gregoriano, hanno portato ad una differenziazione della data della Pasqua. Siamo certi che, appena i tempi saranno maturi, le nostre Chiese sapranno con umiltà e disponibilità mettere in atto un progetto comune, e ascoltare l’invito di san Paolo, come un grido che risuona, più che mai urgente oggi, in un mondo globalizzato e mediatico: ‘Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa’ (1 Cor. 5, 7-8)”. Lo ha affermato oggi Sua Santità Bartolomeo, arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca ecumenico, ricevendo al Fanar il vicario generale del Santo Padre per la diocesi di Roma, mons. Angelo De Donatis, e il clero romano in questi giorni in Turchia per un pellegrinaggio. Ripetendo l’annuncio pasquale – “È risorto il Cristo dai morti!” – che risuonerà nelle chiese ortodosse domenica 8 aprile, il patriarca Bartolomeo ha invitato ad “andare e annunciare a tutto il mondo questa grande verità, dobbiamo farla fonte e cammino della nostra esperienza personale, dobbiamo incarnarla in noi e renderla fruttificante nella vita della Chiesa”. E, richiamando l’occasione della visita, Bartolomeo ha sottolineato che “essere pellegrini, significa essere in cammino per le vie del mondo, significa anche convertirsi per liberarci dagli affanni della vita, per camminare su una via di santità e affidarsi completamente a Dio”. Il patriarca ecumenico ha poi ricordato che “provenite da Roma, dove è vescovo il nostro amato Fratello Papa Francesco. Una profonda comunione di intenti ci ha uniti fin dalla sua elezione, che è proseguita feconda in questi cinque anni del suo Pontificato e che ci ha visto uniti in tanti eventi e momenti”. “I nostri incontri, la nostra comune perseveranza nel ricercare tutte le possibili vie per risolvere le questioni ancora irrisolte tra le nostre Chiese – ha aggiunto – sono stati contraddistinti da un grande rispetto reciproco, da una fiducia e da un vero amore cristiano reciproco. E anche il dialogo teologico internazionale Cattolico-Ortodosso, che ha già dato tanti frutti”. “Anche se adagio, anche se alle volte con difficoltà, il cammino verso la unità delle nostre Sante Chiese, è inarrestabile – ha concluso – perché lo vuole Dio, e perché dobbiamo esser suoi testimoni in questo mondo disinteressato di Dio”.

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