Blitz polizia francese a Bardonecchia: Parigi non chiede scusa, continuano le indagini della Procura. A metà mese incontro fra i direttori delle dogane

La Francia non si scusa con l’Italia, e tanto meno con l’Ong Rainbow4Africa, per quanto è accaduto nella notte fra venerdì e sabato scorsi al centro di accoglienza per migranti presso la stazione ferroviaria di Bardonecchia in Alta Valle di Susa. L’atteggiamento è stato confermato questa sera da ambienti di Governo a Parigi. In ogni caso, una indagine interna sarebbe stata avviata per verificare se i cinque gendarmi si siano comportati in modo corretto. Intanto, continuano gli interrogatori da parte della Procura di Torino che ha aperto un fascicolo penale. Mentre in un’intervista apparsa oggi nelle pagine locali del quotidiano “La Stampa”, il parroco di Bardonecchia don Franco Tonda ribadisce: “Ci stiamo scoprendo un paese davvero solidale. Certo, qualche scettico c’è: qualcuno storce il naso, è contrario, si preoccupa. Ma, fortunatamente, sono pochi. La maggioranza delle persone si è messa in gioco, andando incontro a chi ha bisogno”. E poi aggiunge: “Ricordo sempre il Vangelo di Matteo. Si legge: ‘Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato’. L’accoglienza di Gesù è così: fatta di opere di carità, di sostengo, di aiuto. È concreta”. Sul fronte diplomatico, però, la situazione si sta ingarbugliando. Secondo Parigi, infatti, gli accordi del 1990 che danno libero accesso all’area della stazione di Bardonecchia affidata successivamente alla Ong, sono ancora validi. Rimane comunque confermato l’incontro del 16 aprile prossimo, durante il quale francesi e italiani dovrebbero esaminare la situazione. Oltre a questo, sembra che Rodolphe Gintz, direttore generale delle Dogane francesi, arrivi in Italia “entro la settimana” per un incontro con il suo collega italiano. Già ieri, per bocca del ministro dell’Azione e dei Conti pubblici, Gerald Darmanin, Parigi aveva ribadito il suo punto di vista: “Non c’è stata nessuna violazione della sovranità italiana, soltanto un stretta applicazione dell’accordo del 1990 che consente di effettuare da una parte e dell’altra delle frontiera dei controlli”. Anzi secondo Parigi gli “sconfinamenti” dei doganieri francesi e italiani sarebbero nell’ordine di 2-3 ogni mese. Obiettivo della Francia, sarebbe adesso quello di riattivare (magri modificato), l’accordo di cooperazione doganale. Intanto l’indagine giudiziaria va avanti. Raccolti i primi documenti e le prime testimonianze; ma non sono ancora note le generalità dei cinque poliziotti di frontiera: se la Francia non collaborerà, occorrerà chiederle con una rogatoria internazionale.

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