L’annuncio di una Dichiarazione per la pace, la prosperità e l’unificazione della penisola coreana che il presidente del Sud Moon Jae-in e Kim Jong-un si sono impegnati a siglare “entro l’anno”, “è un evento storico che aprirà un’era di unificazione e un Vangelo di speranza nella penisola coreana”. Così l’arcivescovo Hyginus Kim Hee-joong, presidente della Conferenza episcopale coreana, ha commentato in una dichiarazione fatta arrivare al Sir, gli esiti della storica giornata vissuta ieri in Corea, definendo “un successo” il terzo vertice inter-coreano. “Spero che la penisola coreana diventi una terra di speranza”, scrive l’arcivescovo, aggiungendo: “Fino al giorno in cui non sarà stabilita una pace completa nella penisola coreana e le persone divise non si saranno riunite, la Chiesa cattolica in Corea accompagnerà il viaggio per la riconciliazione e l’unità della nazione”.

Oggi in Corea è il giorno della gioia per un successo che, solo fino a pochi mesi fa, sembrava impossibile. “A 65 anni dalla fine della guerra di Corea – sottolinea mons. Hee-joong -, i leader delle due Coree si sono incontrati a Panmunjeom, simbolo di divisione, hanno attraversato la linea di demarcazione militare, piantato un pino che è simbolo di pace e prosperità, hanno passeggiato insieme e parlato a lungo”. L’arcivescovo ricorda che dal 1965, la Chiesa cattolica in Corea ha pregato ogni giorno per una vera pace tra le due Coree e si è fortemente impegnata per favorire la riconciliazione e l’unità del Paese, attraverso la Caritas Corea e il Comitato per la riconciliazione del popolo coreano della Conferenza episcopale. “Spero – conclude – che i frutti di questo summit inter-coreano, che Dio ha reso possibile in risposta alle nostre preghiere e ai nostri sforzi, possano presto favorire il lavoro pastorale per l’unificazione e gli scambi non governativi promossi finora dalla Chiesa cattolica in Corea”.