Rinnovamento nello Spirito Santo: mons. Lambiasi (Rimini), “la ‘punta’ della parabola si trovi nella comparsa del samaritano”

(Pesaro) “Ma chi l’ha detto che le parabole evangeliche siano dei semplici espedienti didattici, escogitati da Gesù per catturare l’attenzione degli uditori? O che si possano interpretare come dei candidi raccontini edificanti, pennellati ad arte per istruire discepoli, intenerire curiosi, ammorbidire avversari? Oppure che vadano prese come un innocuo dossier di ‘buoni esempi’ e di generiche esortazioni moraleggianti? In effetti la parabola si colloca dentro una dinamica conflittuale. E’ una provocazione che punge e costringe a scegliere, a schierarsi: con o contro Gesù. E’ un racconto simbolico finalizzato al cambiamento di mentalità e alla conversione della vita. Se quindi lo scopo ultimo di ogni parabola è quello di risvegliare la nostra coscienza, allora la regola fondamentale per comprenderne il messaggio è di lasciarsene sorprendere”. Ad affermarlo è mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini, che ha tenuto la relazione “È Gesù il Buon Samaritano” per introdurre la 41^ Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito, in programma a Pesaro. A partire dal primo aspetto, “l’icona della prossimità”, il vescovo ha sottolineato come “il genere parabolico di Gesù scolpisce piccole storie verosimili, ambientate nella vita ordinaria. Ma ecco, nel bel mezzo della normalità, emergere spesso l’imprevedibile, l’insolito, il più singolare paradosso”. Di qui, la domanda fondamentale per ciascun cristiano: “Dove intercettare quel cuore pulsante della parabola che ci consenta di afferrare la ‘buona notizia’ evangelica, con una intuizione globale, più vicina alla percezione artistica che alla deduzione scientifica?”. Non c’è dubbio, afferma Lambiasi, che “la ‘punta’ della parabola si trovi nella comparsa del samaritano”, che figura nel racconto “non come il personaggio bisognoso di aiuto, ma come il soccorritore che si fa carico dell’emergenza di quel poveraccio”. È qui, prosegue il presule, che il messaggio della parabola appare in tutta trasparenza: “Vuoi capire veramente chi devi considerare tuo prossimo? Prova un po’ ad immaginarti nei panni di quel malcapitato, ferito dai banditi, e abbandonato, in fin di vita, ai margini della strada. Vorrei proprio vedere se, in quel frangente da incubo, rifiuteresti di farti toccare dalle mani impure di quel samaritano. O se invece non vorresti, disperatamente, che quel samaritano si fermasse, non tenesse conto della barriera di ordine etnico-religioso e finalmente ti considerasse suo prossimo”.

 

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