Missione: mons. Aiello (Avellino) a Comigi 2018, “sogno una Chiesa che non si accontenti”

(Sacrofano) “Se la Chiesa si trova in difficoltà oggi è perché ha privilegiato i punti esclamativi su quelli interrogativi, limitando il tempo delle domande. Io credo che chi ha pensato allo slogan per questo convegno – ‘Sulla tua parola getterò i miei sogni’ – abbia pensato al Vangelo di Luca 5,1-11: ‘Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla’. Ma è proprio dal fallimento che nascono le cose belle, non dall’esaltazione. Proprio quando sulla mia vita cala il sipario e non sono al top, quando cala la luce, allora succedono delle cose”. Sono le parole con le quali mons. Arturo Aiello, vescovo di Avellino, ha aperto il Convegno missionario giovanile-Comigi 2018 a Sacrofano. Prendendo le mosse dal vangelo di Luca, mons. Aiello ha parlato dell’esperienza del “fallimento come luogo di grazia” e ha poi indagato il tema del sogno, che è al centro di questa kermesse missionaria della Fondazione Missio, in corso fino al primo maggio. “I sogni sono sempre deboli se declinati al singolare, solo al plurale si avverano”, ha spiegato il vescovo, rivolgendosi agli oltre duecento giovani di tutte le diocesi intervenuti. “La stoffa dei sogni si chiama desiderio: bisogna rieducarci al senso del desiderare senza fretta. I sogni hanno a che fare col tempo di attesa e non con l’offerta speciale”. E ancora rivolto alla platea: “I’m a dream, io non ho un sogno, ma io sono un sogno: il sogno di Dio”, per passare dalla visione di una “generazione bruciata a quella di una generazione incendiaria”. Infine, rispondendo alle domande dei ragazzi in sala che gli chiedevano quale fosse il suo di sogno, il vescovo ha detto: “Io sogno una Chiesa che non si accontenti, sogno che il sogno di papa Francesco non rimanga chiuso in un cassetto e circoscritto ad un gruppo ma che si estenda a tutti e che il Concilio si avveri”.

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