Maleficio voodoo per le prostitute nigeriane: Apg23, parte il 2 maggio l’Unità di strada speciale

Da mercoledì 2 maggio (e per tutto il mese) la Comunità Papa Giovanni XXIII (Apg23), fondata da Don Oreste Benzi, attiverà una nuova Unità di strada speciale a Bologna. L’unità nasce per creare un punto di contatto con le ragazze nigeriane costrette a prostituirsi, spiegando loro una possibilità concreta di riscatto in seguito all’editto dell’Oba (“re”) Ewuare II, massima autorità religiosa del popolo Edo (ed ex ambasciatore della Nigeria in Italia), che ha emesso a Benin city un editto con il quale sono stati resi illegittimi tutti i giuramenti che vincolano le ragazze vittime di tratta ai loro trafficanti sotto la minaccia di maledizioni. “Con l’editto, Ewuare II ha imposto un divieto ai ‘sacerdoti’ della religione tradizionale juju, uomini spesso corrotti e truffatori, di praticare il rito con cui le ragazze – alle quali viene promesso un futuro di onesto lavoro in Europa – si impegnano a restituire la somma del viaggio (con cifre che si aggirano sui 30-40mila euro), a non rivelare i nomi degli uomini che le hanno fatte partire e a non tradire il patto: pena la morte o la pazzia che si abbatterà su di loro o sulle loro famiglie. Le prostitute sfruttate tra Bologna e provincia – si legge nella nota della Comunità – sono circa 110, di cui 50-60 nigeriane. Queste ragazze nella maggior parte dei casi hanno paura di denunciare i loro aguzzini e di violare il pegno con cui vi si sono legate. Spesso non parlano l’italiano, non sanno leggere e non hanno saputo della decisione dell’Oba che ha posto al di fuori della religione juju la pratica dei giuramenti rituali”.

I volontari della Apg23 hanno organizzato l’Unità di strada speciale proprio con lo scopo di avvicinare le ragazze nigeriane sfruttate nel bolognese e spiegare loro la nuova situazione. L’unità sarà attiva per tutto il mese di maggio, due volte alla settimana, con una uscita diurna e una notturna. Nella squadra, composta da due persone, oltre a un operatore della Comunità ci sarà anche Pat, una mediatrice culturale nigeriana che da un anno lavora con le prostitute salvate. “Non è una psicologa – spiega Nicola Pirani, responsabile del progetto bolgnese – perché in Nigeria questa figura professionale non gode di riconoscimento sociale e le ragazze ne avrebbero paura. Lei, conoscendo la cultura nigeriana, la lingua, le norme religiose e le credenze di quel popolo, riesce ad avvicinare le schiave sessuali e a convincerle a parlare”.

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