Famiglia: don Gentili, accompagnare “verso la santità” con “occhi intrisi di misericordia”

“Quello che emerge dall’Esortazione Gaudete et Exsultate è che per camminare nella santità occorre avere gli occhi intrisi di misericordia. La misericordia è il collirio che fa avere lo stesso sguardo di Gesù”, osserva don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia della Cei, inaugurando questo pomeriggio ad Assisi la XX Settimana di studi sulla spiritualità coniugale e familiare (fino al 1° maggio”. “Questa qualità di amore”, riferisce il sacerdote rievocando la figura del piccolo Michael, un bambino di quattro anni paralizzato sul suo passeggino, cieco, incapace di parlare e attaccato a un sondino per essere nutrito, ma in grado di sentire e di avvertire gli odori, soprattutto il profumo del papà e della mamma adottivi. “Le loro carezze – spiega Gentili – lo hanno fatto risorgere dal rifiuto di chi lo ha concepito: i genitori biologici non ce l’hanno fatta a tenerlo, ma qualcuno ha teso una mano” e si tratta della casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII di Pontremoli, in diocesi di Massa Carrara. “Lì – afferma il direttore dell’Ufficio Cei – , l’Inno alla Carità gli altri fratellini lo imparano dagli occhi luminosi di Michael”, “piccolo crocifisso” che “nel suo silenzio è Parola viva”. “Nel corpicino straziato di Michael che irradia gioia io ho rivisto l’amore di Dio e il volto dei discepoli risuscitati dall’incontro con Gesù che ‘fecero ritorno a Gerusalemme’”, osserva Gentili. Di qui l’esortazione a mettersi alla “scuola dei veri discepoli per apprendere dai piccoli il dinamismo educativo che permette di accompagnare ogni famiglia in tutte le varie stagioni della vita, per una crescita pienamente umana verso la santità”.

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