Alfie Evans: la notizia della morte sui giornali inglesi

La notizia della morte di Alfie Evans apre le pagine dei giornali inglesi stamane, a pieno campo per i tabloid: sul sito del “Mirror”, che come già con la vicenda di Charlie Gard, ha seguito con costanza lo svolgersi degli eventi in queste ultime settimane e giorni, l’apertura è per il piccolo, “Alfie Evans muore a 23 mesi, cinque giorni dopo che il sostegno vitale era stato spento” e sottotitola: “I suoi genitori hanno combattuto una battaglia disperata per il “diritto alla vita” del loro figlio, contro i desideri dei dottori”. Anche l’apertura del “The Sun” è per Alfie con le foto del piccolo e il titolo “Alfie Evans muore, cinque giorni dopo che i dottori avevano spento il respiratore”. E poi racconta la storia della “battaglia di Alfie” attraverso una serie di foto. Nell’apertura della Bbc stamane l’immagine di Alfie con gli occhi chiusi ma le guance rosee e il viso sorridente è vicina a quella dei due leader coreani che si stringono la mano: “Muore il bimbo britannico al centro di una battaglia legale”, titola il sito d’informazione. “Il bimbo Alfie muore in ospedale” è invece il titolo sul “Guardian” che oltre al riepilogo della vicenda ospita alcune riflessioni su questo “caso terribile” che “non offre facili consolazioni”. “Quando è l’interesse superiore del bambino morire? Chi lo dovrebbe decidere? Queste due domande, dolorose da porre e ancora più difficili nella risposta, sono al cuore della tragedia di Alfie Evans. Una tragedia non solo nel senso giornalistico di essere una storia estremamente angosciante, ma anche nel senso classico, in cui tutti i soggetti coinvolti stanno lavorando per il meglio, eppure i loro sforzi si contrastano a vicenda”. “Questi casi continueranno a sorgere fino a quando la medicina potrà tenere in vita i bambini che, anche 50 anni fa, sarebbero certamente morti”. Il commento parla di “fallibilità al massimo livello”, di genitori e medici in casi come questo in cui nessuno è del tutto certo quale sia la malattia che ha distrutto la maggior parte del cervello del bambino. I giudici sono quelli che soffrono meno in questa posizione, ma ciò non rende facili le loro decisioni”. “Non è un conflitto tra scienza o medicina e religione” e cita il Papa che insegna a evitare “trattamenti troppo zelanti” quando diventa inutile opporsi ai limiti della nostra mortalità. “Ma resta terribile pretendere che un genitore riconosca la mortalità del figlio”. Sul sito del settimanale cattolico “Catholic Herald” la notizia è senza commenti “Alfie è morto dopo una straziante battaglia legale”.

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