#UniteToCure: card. Parolin, “promuovere dialogo scienza-fede” e “considerare potenziale terapeutico e impatto antropologico editing genetico”

“Solo un’estesa indagine interdisciplinare garantirà un beneficio significativo per tutta l’umanità evitando tensioni inutili, costruendo allo stesso tempo ponti e promuovendo il dialogo tra scienza, fede e cultura”. Ne è convinto il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, che oggi ha portato il proprio saluto alla seconda giornata della conferenza internazionale vaticana “Unite to Cure. A Global Health Care Initiative: How Science, Technology and 21st Century Medicine Will Impact Culture and Society”, promossa fino a domani nell’Aula nuova del Sinodo da Pontificio Consiglio della cultura, Stem for Life Foundation, Cura Foundation e Stoq Foundation. “Mentre la scienza progredisce – osserva Parolin –, nuove possibilità sorgono al fianco di nuove sfide. Tutti guardiamo con grande entusiasmo alla ricerca che mira in primo luogo a rispondere al bisogno fondamentale di aiutare chi soffre. In questo senso, le innovative terapie cellulari si collocano in un importante ambito dell’assistenza sanitaria”.
Cercare nuove soluzioni basate sulla ricerca cellulare per trattare una varietà di malattie, avverte tuttavia il porporato, “richiede nuovi modelli di impegno sociale e imprenditoriale; comporta lo sviluppo di nuovi strumenti per la diagnostica e il monitoraggio della salute umana, nuove modalità di analisi dei dati, novità nell’ideazione e progettazione di futuri prodotti e servizi farmaceutici” e implica “la necessità di nuove normative”. Il programma odierno prevede un dibattito sulla dimensione etica delle nuove tecnologie, in particolare dell’editing genetico. Di qui l’invito di Parolin a “considerare sia il loro potenziale terapeutico per innumerevoli malattie e condizioni mediche gravi, ma anche il loro possibile impatto antropologico”. La Chiesa, conclude, “vuole fare un viaggio con la comunità di ricerca per capire in profondità il significato di questi progressi scientifici nel quadro di altre considerazioni culturali, antropologiche ed etiche”.

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