Catechesi: don Falabretti (Cei), “parlare ai ragazzi, ma alle parole devono seguire alcune esperienze”

foto SIR/Marco Calvarese

(Assisi) “Dobbiamo parlare ai ragazzi, ma alle parole deve fare seguito una serie di esperienze. La pastorale non si suddivide nelle diverse attività. Chi fa pastorale nelle comunità deve essere capace di far fare ai ragazzi esperienza di sintesi”. Lo ha detto don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei, intervenuto oggi al convegno nazionale dei direttori e collaboratori degli Uffici catechistici diocesani, organizzato dall’Ufficio Cei, ad Assisi. Il sacerdote, riflettendo sull’apporto della pastorale giovanile nel generare la fede, ha ribadito che “l’ascolto è generativo di qualcosa”. “Non mi stupisce, però, che i ragazzi preferiscano uscire a fare un’esperienza piuttosto che ascoltare – ha affermato -. Bisogna quindi tenere presente che nell’ascolto non si esaurisca tutto ciò che si fa”. Lo sforzo auspicato dal direttore dell’Ufficio Cei è quello di “riuscire a tradurre in alcuni casi l’ascolto in esperienza”. Don Falabretti ha poi evidenziato l’esigenza di “fare sistema”, perché “l’educazione è un sistema” con altre agenzie educative della comunità. “Quando la pastorale giovanile smette di esserlo subentrano limiti forti, perché diventa qualcosa di asettico e limitato”.

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