#UniteToCure: card. Ravasi, “malattia è questione esistenziale” e vera cura “è fatta al tempo stesso di tecnica e umanesimo”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Cura e medicina: è ruotata intorno a queste due parole la riflessione con la quale il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, ha inaugurato oggi nell’Aula Nuova del Sinodo la quarta conferenza internazionale vaticana “Unite to Cure. A Global Health Care Initiative: How Science, Technology and 21st Century Medicine Will Impact Culture and Society” che riunisce fino al 28 aprile medici, scienziati, ricercatori, pazienti, leader religiosi, giornalisti e imprenditori. L’evento è promosso dal dicastero vaticano con la Stem for Life Foundation, la Cura Foundation e la Stoq Foundation. “Cura – ha spiegato Ravasi – in latino indica anche la fatica, la preoccupazione, la sofferenza della malattia”, e la scienza “non ha il compito di dare la vita o di dare la materia in quanto tale, che preesistono, bensì di curare, ossia accompagnare sulla strada dell’esistenza la persona nella sua vicenda umana”. Per il porporato “occorre riconoscere che esistono malattie inguaribili, ma tutte sono curabili e la cura è proprio questa attenzione”. Soffermandosi quindi sul concetto di medicina, il presidente del Pontificio Consiglio della cultura ha richiamato il volume “La malattia come metafora” nel quale la scrittrice americana Susan Sontag, colpita nel 1974 dal cancro, racconta la propria esperienza e ha sottolineato: “La malattia non è soltanto una questione biologica; è una questione esistenziale. Per questo il malato deve essere curato non solo con la pura tecnica ma anche ‘umanisticamente’; egli vuole accanto a sé anche una presenza calorosa, di sintonia”. Importante allora il legame tra cura e umanesimo. Di qui il richiamo al celebre discorso di Steve Jobs agli studenti dell’Università di Stanford nel 2011, poco prima della sua morte. In quello che è considerato il suo testamento spirituale, il fondatore di Apple affermava: “La tecnologia da sola non basta; è il connubio tra tecnologia e umanesimo, scienza e discipline spirituali e culturali a far sorgere un canto nel cuore”. “La persona umana – ha concluso Ravasi – ha bisogno non solo di cure materiali ma anche di essere abbracciata nella mente, nel cuore, nei sentimenti”.

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