Giovani e vocazioni: card. Stella, “abitare anche il mondo digitale” nella pastorale

“Quella cristiana è una presenza che, nel mondo digitale, sta crescendo sempre di più; direi che occorre entrarci rispettando alcuni criteri: non giudicare a-priori, mettersi nella disponibilità di imparare e non solo di insegnare; vigilare sui contenuti e – come il Santo Padre ha ricordato di recente – avere cura di non cedere all’aggressività che talvolta caratterizza i linguaggi del web”. Lo afferma il card. Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il Clero, in un’intervista al Sir all’indomani della 55ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. “Se la pastorale vocazionale vuole raggiungere la vita dei giovani e proporre loro la bellezza dell’umanità di Gesù e della sequela, deve anch’essa abitare questo mondo”, spiega il cardinale. “Non dobbiamo avere paura della ‘creatività’. Talvolta, la paura di cambiare stili, abitudini e schemi, prevale sulla gioiosa accoglienza dell’opera di Dio che, invece, è eterna novità. Su questo aspetto – prosegue Stella – c’è come un filo rosso che lega gli inizi del Pontificato ai giorni nostri; ricordo che nel 2013 Papa Francesco disse ai catechisti: ‘Dio è creativo’. Oggi lo ha ripetuto ai giovani, in un recente libro dedicato a loro: ‘Dio è social, giovane e ama la novità’. Certo, non si deve inseguire l’innovazione in modo forzato, cambiare le cose senza discernimento o semplicemente inseguire la moda del ‘nuovo a tutti i costi’; occorre solo accostare, in modo audace, nuove vie, proposte e strumenti vocazionali, accanto alla tradizionale pastorale già esistente”.

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