Privacy on line: Albano (garante infanzia e adolescenza), “a 16 anni il consenso al trattamento dei dati personali”

È 16 anni l’età minima per poter esprimere da soli, senza l’intervento dei genitori o di chi ne fa le veci, il consenso al trattamento dei dati personali in occasione dell’iscrizione a social, app o altri servizi digitali on line. È questo l’orientamento espresso dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), Filomena Albano, in un parere inviato al Governo a proposito dello schema di decreto legislativo all’esame del Consiglio dei ministri per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento 2016/679/Ue del Parlamento europeo e del Consiglio in materia di privacy. La nuova disposizione europea – nota anche come Gdpr e che entrerà in vigore il prossimo 25 maggio – fissa a 16 anni tale età, ma consente agli Stati membri di stabilirne una più bassa, purché non inferiore ai 13 anni.
“Non è opportuno abbassare la soglia dei 16 anni prevista dal Regolamento – osserva Albano -. I diritti di ascolto, partecipazione, espressione e quello di essere parte della vita culturale e artistica del Paese previsti dalla Convenzione internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza devono dar vita a una ‘partecipazione leggera’ dei minorenni. In altre parole, non gravata da pesi e responsabilità che competono, da una parte, a chi esercita la responsabilità genitoriale e, dall’altra, ai contesti educativi e istituzionali nei quali sono inseriti i ragazzi”. Ad oggi “in Italia – prosegue – non si registra una diffusione capillare di programmi educativi tarati specificatamente sulla ‘consapevolezza digitale’. Serve che le agenzie educative e le istituzioni predispongano e attuino un programma in tal senso, accompagnato da uno studio sulla necessaria consapevolezza digitale da parte delle persone di minore età. In assenza non è possibile immaginare una soglia per il consenso autonomo dei minorenni più bassa di quella stabilita a 16 anni a livello europeo”.
Il parere dell’Agia – preceduto dall’audizione, nei giorni scorsi, di 20 esperti e della Consulta dei ragazzi – contiene una serie di indicazioni che puntano anche a dar corpo ai “considerando” del Regolamento Ue. Tra di esse, la richiesta che le informative sul trattamento dei dati personali siano scritte in un linguaggio comprensibile ai minorenni e che i loro dati siano trattati al solo scopo di tutelarne i diritti e non per finalità di marketing. Sottolineato anche il diritto del minorenne ad accedere, rettificare o chiedere di cancellare le informazioni che lo riguardano.

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