Giordania: Governo cancella esenzioni mediche dei rifugiati siriani. Msf, “più finanziamenti per assistenza sanitaria”

In Giordania il governo ha cancellato le esenzioni previste per i rifugiati siriani, i costi per le spese mediche sono quindi aumentati e l’accesso alle cure è sempre più a rischio. Questa misura ha spinto sempre più siriani a cercare assistenza sanitaria gratuita, anche a costo di lunghi viaggi. Da qui l’aumento del 20% nei servizi medici forniti da Msf a marzo. È la denuncia che Medici senza frontiere lancia in vista della seconda conferenza di Bruxelles sulla Siria (24-25 aprile), esortando la comunità internazionale a potenziare i finanziamenti per l’assistenza sanitaria dei rifugiati siriani nella regione, in particolare per quelli che non risiedono nei campi. Dallo scorso febbraio sono infatti stati cancellati i servizi sanitari sovvenzionati per i rifugiati siriani che vivono in Giordania, che oggi devono pagare l’80% della “tariffa straniera”, un tasso che aumenta il costo dell’assistenza sanitaria pubblica da due a cinque volte. “Non potendo permettersi il costo di una visita medica, temiamo che le famiglie siriane si rivolgeranno meno all’assistenza sanitaria. Potrebbero ricorrere all’automedicazione o a mezzi alternativi meno costosi che potrebbero essere inadeguati o perfino dannosi”, afferma Brett Davis, capo missione di Msf in Giordania. L’accesso all’assistenza sanitaria di base era stato già messo a rischio da un precedente provvedimento del novembre 2014 che ha eliminato i servizi sanitari gratuiti per i siriani che vivono fuori dai campi profughi. L’attuale aumento di costi, per Msf, “aggraverà ulteriormente la vulnerabilità dei siriani”. Secondo uno studio sull’accesso alla salute condotto da Msf nel 2016, il 30,2% degli adulti che necessitano di cure mediche ha detto di non essersi rivolto ai servizi sanitari, soprattutto perché non poteva permetterselo. Il reddito medio mensile per nucleo familiare è risultato pari a 239 dinari giordani (272 euro) e il 79,3% delle famiglie ha dichiarato di aver contratto dei debiti. Msf afferma che “continuerà a monitorare da vicino la situazione sanitaria dei rifugiati siriani e i loro bisogni medici attraverso i propri programmi gratuiti nel Paese: i progetti per le malattie non trasmissibili a Ramtha e Irbid, l’ospedale materno-infantile a Irbid, il programma di salute mentale a Mafraq, il supporto sanitario di base a Ramtha e la chirurgia ricostruttiva ad Amman”.

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