Terra dei fuochi: don Patriciello, “tanti bambini muoiono di leucemia, la rabbia delle mamme si trasforma in speranza”

“Tanti bambini si ammalano e muoiono di leucemia qua anche a causa dello scempio ambientale. La rabbia si potrebbe trasformare in qualcosa di brutto, in disperazione. Ma con le mamme con cui lavoriamo si è trasformata in speranza”. Lo ha detto ad “A sua immagine”, in onda oggi pomeriggio su Raiuno, don Maurizio Patriciello, parroco a Caivano, nella “Terra dei fuochi”, raccontando il suo incontro con Marzia, una mamma che ha perso il proprio bambino di 8 anni, a causa di un tumore, esposto all’inquinamento ambientale nella “Terra dei fuochi”. “Quando l’ho incontrata ho capito che era immersa in un mare di dolore”, ha raccontato il sacerdote. Alle sue parole è seguita la testimonianza della donna, raccolta in occasione dell’Earth day, che ricorre domani. A 28 anni, Marzia si è trasferita dal centro storico di Napoli a Casalnuovo, in provincia, a contatto con la natura, per “far nascere e crescere il figlio Antonio”. Non sa, siamo nel 2003, che si è trasferita nella “Terra dei fuochi”, definita “il triangolo della morte”, un “territorio paradigma della perdita di equilibrio tra ambiente e uomo”. L’area ingloba 90 comuni, 3 milioni di abitanti nelle province di Napoli e Caserta, dove l’incidenza dei malati di cancro è più alta che nel resto d’Italia. “A 8 anni e mezzo Antonio si ammala di un tumore raro, tipico dell’età adulta, e nel giro di un anno muore al Gaslini di Genova”. Fondamentale l’incontro con don Maurizio Patriciello, che accompagna Marzia nella scelta di fondare, insieme con altre sei mamme, un’associazione. “Sosteniamo le donne che vivono la nostra stessa esperienza, teniamo le loro mani, facciamo i viaggi della speranza con loro. Ogni volta che bacio un bambino – dice Marzia – è come se baciassi Antonio. Nei loro occhi rivedo i suoi”.

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