Cuba: Miguel Díaz-Canel nuovo presidente. Payá (esule), “il castrismo continuerà come prima”

“Non cambia niente”. È il commento di Carlos Alberto Payá, esule cubano, interpellato dal Sir sull’elezione a presidente dello Stato caraibico di Miguel Díaz-Canel. Anche se in questo modo per la prima volta dalla rivoluzione il Paese è guidato da una persona estranea alla famiglia Castro, secondo Payá, coordinatore in Spagna, dove vive, del Movimento cristiano di liberazione e fratello del fondatore di questo movimento di opposizione, Oswaldo Payá, “il castrismo continuerà come prima. Basti pensare il metodo usato per eleggere il nuovo presidente, votato dal 99,93% di un Parlamento formato tutto da persone di un unico partito, in un Paese in cui non ci sono libere elezioni. A Cuba mancano la libertà e la democrazia e le cose continueranno ad andare così. Díaz-Canel, poi, è una persona debole, non ha doti di leader, la famiglia Castro e l’Esercito saranno i vari soggetti che continueranno ad avere il potere a Cuba”.
Payá è tra i dirigenti del Movimento cristiano di liberazione, nato a Cuba nel 1987 su iniziativa del fratello Oswaldo, morto nel 2012 per un incidente stradale sul quale sono stati sollevati sospetti: “Il nostro non è un movimento confessionale, ma ispirato alla Dottrina sociale della Chiesa”. Quanto alla libertà religiosa, “è vero che oggi rispetto a qualche anno fa c’è maggiore presenza pubblica per il cristianesimo, prima era consentito di professare il culto solo all’interno delle chiese. Personalmente, mi auguro sempre una Chiesa che sta con il popolo”. Proprio nel popolo, secondo Payá, c’è la speranza di una “vera liberazione, come mostrano vari segnali”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo

Informativa sulla Privacy