Cile: card. Ezzati su “caso Karadima”, “abbiamo ascoltato dolore e rabbia dei fratelli sacerdoti”

Un incontro con i presbiteri dell’arcidiocesi di Santiago del Cile si è tenuto ieri per affrontare il doloroso tema degli abusi sessuali su minori commessi in ambito ecclesiale e in particolare il caso Karadima. Uno spazio di dialogo, durante il quale “abbiamo potuto ascoltare il dolore dei fratelli sacerdoti e anche la rabbia che molti di loro sentono e ci siamo invitati reciprocamente ad aiutarci nella fraternità, affrontando questa situazione con soluzioni concrete”, ha detto in una successiva conferenza stampa l’arcivescovo, card. Ricardo Ezzati.
Riguardo alla recente lettera del Papa ai vescovi cileni ha aggiunto: “Quello che i vescovi pensano è che l’informazione che il Papa ha ricevuto sia arrivata da molte fonti. Il Papa non lo dice, ma penso che sia un errore, a mio avviso, molto grave che il Santo Padre sia stato ingannato, che qualcuno abbia cercato di ingannare il Santo Padre e mi sembra, lo dico dal più profondo della nostra coscienza e della mia coscienza, che coloro che hanno commesso questo grave errore devono riconoscerlo, pentirsi e riparare il torto fatto, se lo hanno commesso”.

Pur chiarendo che le dimissioni del vescovo di Osorno e di qualsiasi vescovo “dipendono solo dal Santo Padre”, rispetto alla domanda sull’opportunità che mons. Juan Barros si faccia da parte, l’arcivescovo Ezzati ha risposto: “Secondo me, senza alcun dubbio, per il bene del popolo di Dio. Non sono un giudice per dire se ha coperto o meno” chi ha commesso gli abusi, ma “il bene del popolo di Dio chiede la sua disponibilità, come per il bene del popolo di Dio, se fosse chiesto a me dovrei essere disposto a farlo”. Per quanto riguarda la sua situazione, il card. Ezzati ha comunque sottolineato di aver presentato la sua rinuncia per limiti da età già da oltre un anno.

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