Osservasalute 2017: Siliquini (Consiglio superiore sanità), “la sfida dei prossimi anni si chiama cronicità”

“La sfida di cui dobbiamo preoccuparci per i prossimi anni è la cronicità”. Di questo è sicura Roberta Siliquini, presidente del Consiglio superiore di sanità e direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell’Università degli studi di Torino. Intervenendo alla presentazione a Roma, al Policlinico Gemelli, del Rapporto Osservasalute 2017, Siliquini ha chiarito: “Potremmo esportare il nostro modello di diagnosi e terapia: infatti, forniamo prestazioni diagnostiche all’avanguardia e in Europa superiamo, ad esempio, la Gran Bretagna in diffusione di farmaci innovativi; però, perdiamo il confronto sulla prevenzione rispetto alle patologie oncologiche e croniche, come quelle endocrine e metaboliche”. Per il presidente del Consiglio superiore di sanità, “un’altra ‘scatola nera’ è quello che avviene nel post malattia. Non sappiamo, infatti, cosa succede ai malati cronici dopo la fase acuta. In questo, ora, dovrebbe darci una mano il Piano nazionale cronicità”. Il paziente cronico “ha un peso economico e sociale non irrilevante”, per questo è importante capire “chi si prende cura del circolo della cronicità, che prevede fasi acute, post acute e croniche”, sulle quali comunque è necessario “lavorare sulla prevenzione”. In Italia sono in aumento gli ultrasessantacinquenni con qualche disabilità, ha ricordato Siliquini: “Questo fenomeno si accompagna a stress per la salute mentale, tanto che cresce il consumo di antidepressivi”.
Il presidente del Consiglio superiore di sanità ha evidenziato anche un altro aspetto: “Laddove il Piano nazionale cronicità vada a regime, dobbiamo rivedere la nostra capacità di raccogliere dati”. “Abbiamo bisogno di un sistema informativo sui pazienti cronici”, la richiesta di Siliquini.

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