Osservasalute 2017: la popolazione invecchia e aumentano le malattie croniche, diminuiscono le morti in età precoce

“Nonostante l’invecchiamento della popolazione e il conseguente aumento delle malattie croniche in Italia si verificano meno decessi in età precoce: il tasso standardizzato di mortalità precoce che si verifica cioè tra i 30-69 anni e dovuta principalmente alle malattie croniche è diminuito di circa il 20% negli ultimi 12 anni, passando da un valore di circa 290 a circa 230 per 10.000 persone”. Lo evidenzia il Rapporto Osservasalute 2017, presentato oggi a Roma, al Policlinico Gemelli.
“Gli uomini presentano un tasso di mortalità molto più alto delle donne, anche se nel corso degli anni il divario di genere è diminuito”, rivela l’analisi. Se, poi, “negli ultimi anni il trend nazionale e di genere della mortalità precoce è stato sempre decrescente, nel 2015 si è avuta una battuta di arresto: dopo più di un decennio la mortalità non è diminuita. Nel corso degli anni (2004-2015), tutte le regioni hanno ridotto la mortalità precoce per le malattie croniche, alcune in maniera più significativa (Umbria e Lombardia) di altre (Sicilia e Sardegna)”.
Come per i tumori, “le differenze a livello territoriale della mortalità precoce sono evidenti e non si sono colmate con il passare degli anni, anzi la distanza tra Nord e Mezzogiorno è aumentata”. Nel 2015, “la Provincia autonoma di Trento ha presentato il valore più basso (195,6 per 10.000), mentre la Campania quello più alto (297,3 per 10.000), con un tasso del 22% circa maggiore di quello nazionale e del 14% circa più alto delle altre regioni del Mezzogiorno: la Campania, quindi, come per la speranza di vita, risulta distaccata dalle altre regioni”. Oltre la Provincia autonoma di Trento, “le regioni con la mortalità precoce più bassa sono state l’Umbria (204,7 per 10.000), l’Emilia-Romagna (205,8 per 10.000) e il Veneto (206,9 per 10.000); quelle con la mortalità più alta, oltre la Campania, sono state la Sicilia (254,7 per 10.000) e la Sardegna (249,2 per 10.000). Il Lazio presenta un tasso abbastanza alto, pari a 245,3 per 10.000, più vicino alle regioni del Mezzogiorno che a quelle del Centro”. Se paragoniamo il 2015 con l’anno precedente, “solo per le regioni del Nord il tasso è si è ridotto, anche se lievemente, mentre per le regioni del Centro o del Mezzogiorno è rimasto invariato e in alcuni casi è leggermente aumentato (per esempio in Sardegna)”.

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