Circoncisione maschile: proposta di legge islandese. Ccee e Kek, vietarla è “una violazione della libertà di religione”

“Il divieto della circoncisione in Islanda equivarrebbe a mettere al bando nel Paese due religioni mondiali, l’ebraismo e l’islam. Questo sarebbe una violazione della libertà di religione o di credo, uno dei diritti umani fondamentali”. E’ quanto affermano il Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) e la Conferenza della Chiese cristiane in Europa (Kek) in un comunicato congiunto diffuso oggi. I segretari generali dei due organismi europei, mons. Durate da Cunha e padre Heikki Huttunen, hanno fortemente sostenuto la conferenza che si è svolta il 17 aprile scorso a Reykjavík, in Islanda, organizzata dal Forum Inter-Fede dell’Islanda per discutere la proposta di legge presentata nel Parlamento islandese (Althing) che vieta la circoncisione dei bambini di sesso maschile in assenza di prescrizione medica. Se la proposta venisse convertita in legge, i genitori potrebbero essere condannati fino a sei anni di carcere nel caso in cui eseguano una circoncisione sul loro bambino. La conferenza ha visto la partecipazione di diversi relatori di organizzazioni cristiane, ebraiche, musulmane, così come di organizzazioni mediche e laiche. “In un clima di crescente ostilità nei confronti delle religioni – scrivono Ccee e Kek – l’incontro Reykjavík ha mostrato che laddove la voce e l’opinione delle comunità religiose viene ascoltata e compresa, essa favorisce la coesione sociale”. “Dobbiamo promuovere il dialogo tra i nostri diversi punti di vista – laici e religiosi, progressisti e tradizionalisti – ed evitare la polarizzazione di opinioni e l’errata concezione degli uni sugli altri”, ha detto nel suo intervento padre Heikki Huttunen. Riferendosi agli articoli 1.14 e 29 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, ha aggiunto: “Non dovremmo dimenticare che è un diritto riconosciuto dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia di appartenere ed essere educati nella tradizione religiosa della sua famiglia”. “Questo seminario – afferma mons. Da Cunha – è un segno del nostro essere uniti nella difesa di molti valori. Insieme testimoniamo come non accetteremo alcuno attacco a nessuna tradizione religiosa che renda impossibile vivere in libertà, né accetteremo alcun intento che possa cambiare eventualmente valori umani quali la vita, la famiglia e la libertà”. Ccee e Kek si augurano che “tale proposta di legge venga ripensata”.

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