Caritas: Soddu (direttore), no al “vecchiume” nella Chiesa e nella società

Don Francesco Soddu, direttore Caritas italiana

(da Abano Terme) – “Essere giovani nella Chiesa e nella società non è sinonimo di età anagrafica ma intende una gioventù esistenziale. La Chiesa deve tenere sempre alta la guardia, per liberarsi di un ‘vecchiume’ che è sempre in agguato”. Lo afferma mons. Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, in una intervista a conclusione del 40° Convegno nazionale delle Caritas diocesane “Giovane è…una comunità che condivide”, che si è svolto ad Abano Terme (Pd). “Essere giovani vuol dire sapersi liberare di vecchi stili e modi di fare che appartengono al passato – prosegue -, saper cogliere la novità e l’azzardo, per essere capaci di scuotere il mondo attraverso lo scandalo e la novità del Vangelo. Vuol dire essere al passo con i tempi, dare risposte che sappiano cogliere le nuove povertà facendo un cammino insieme, condividendo la strada con i giovani, facendo nostre le loro lotte e speranze. Si tratta di cogliere modelli lavorativi nuovi che non si fondano sul passato, all’interno di un cambiamento epocale pieno di interrogativi”. Per quanto riguarda l’Italia mons. Soddu punta il dito su “modelli vecchi, triti e ritriti, che non sono capaci di creare nuova economia, soprattutto nelle regioni del Sud. In Sardegna, ad esempio, non si riesce ad inventare qualcosa che colga gli aspetti positivi di una civiltà unica per generare invece percorsi virtuosi a livello economico. Questo produce avvilimento, si rimani fermi nel ‘vecchiume’. Bisogna invece dare fiducia ai giovani, investire sulle loro idee, creare lavoro buono e bello, lottando con loro affinché qualcosa cambi”.

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