Bioetica: Gambino (Dicastero laici, famiglia e vita), “rimettere al centro la fragilità in tutte le dimensioni dell’esistenza umana”

“Credo che sia importante concentrarci oggi, anzitutto, sul tema della fragilità che è il nucleo della riflessione bioetica. Rimettere al centro la fragilità in tutte le dimensioni dell’esistenza umana, quindi non solo l’inizio e la fine ma anche tutto ciò che c’è nei vari passaggi cruciali della vita umana. Pensiamo all’infanzia, alla fase della procreazione, della generazione della vita; alla malattia, alla fase anziana della vita…”. Lo afferma Gabriella Gambino, sottosegretario del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita della Santa Sede in un’intervista pubblicata oggi da Vatican News. Gambino richiama l’“urgenza di formare le coscienze, formare anzitutto i formatori e, in primis, direi le donne perché sono coloro che più direttamente formano i loro figli e i loro uomini”. “Questa dimensione – sottolinea – è fondamentale affinché davvero ogni essere umano possa diventare capace di custodire la vita umana e possa farsi annunciatore del valore inestimabile di ogni vita umana”. Moglie e madre di 5 figli, Gambino nell’intervista si sofferma sul ruolo dei laici nella Chiesa: “Dobbiamo metterci al servizio della Chiesa a partire da quella che è la nostra vocazione specifica. E quindi il fatto di essere laici, che vivono in pienezza il Sacramento del matrimonio e la genitorialità che ne scaturisce, deve essere una ricchezza e un valore aggiunto dentro la Chiesa”. Rilevando che la donna “è costitutivamente capace di generare, non solo biologicamente ma soprattutto moralmente e spiritualmente”, Gambino evidenzia che “fare entrare le donne nella Chiesa – in un contesto come quello della Santa Sede ancora molto maschile – consente di fare entrare il principio materno”. Ciò significa “prima di tutto, centrare l’attenzione sul tema della fragilità umana che va colta e custodita”. “In secondo luogo – aggiunge –, anche, rimuovere un po’ quell’efficientismo che invece deve lasciare il posto alla possibilità per l’uomo di sentirsi figlio, di sentirsi rigenerato nella sua identità filiale, perché in fondo la presenza di una donna come madre serve anche a ricordare a ciascuno di noi che all’origine della nostra vita c’è un padre e quindi ricorda all’essere umano che all’origine del suo esistere c’è un Padre che lo ha desiderato, amato e generato”.

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