Agricoltura biologica: Coldiretti su nuovo regolamento Ue, “grave danno di immagine per il settore”

Approvato dall’Europarlamento il nuovo Regolamento sull’agricoltura biologica. Un provvedimento che arriva dopo anni di trattative e che scontenta gli agricoltori italiani. “Il nuovo Regolamento – ha sottolineato subito Coldiretti – concede agli Stati la possibilità di mantenere in vigore soglie meno restrittive per i residui di fitofarmaci o di contaminazione da Ogm con un grave danno di immagine per il settore del bio soprattutto”. Un danno che peserebbe soprattutto sui coltivatori italiani. Il nostro Paese, ha spiegato Coldiretti, ha “standard di produzione molto elevati” e in questo modo si troverebbe svantaggiato sui mercati. Non è un caso, quindi, che contro il Regolamento abbiano votato tutti i parlamentari italiani. L’Italia detiene il primato nel numero di imprese con oltre 72mila operatori e un milione e 796.363 ettari, in aumento del 20% su base annua, secondo le analisi Coldiretti su dati Sinab. Sono diversi i motivi di contrarietà. Secondo i coltivatori anche altre norme approvate dall’Ue andrebbero decisamente riviste. Come la possibilità di produrre biologico senza utilizzare il suolo che “contrasta totalmente con i principi fondamentali che caratterizzano questo metodo di produzione, che non può prescindere dalla terra”. L’Ue ha invece previsto una deroga di dieci anni per quei Paesi che coltivano le piante su substrati in serra.

Per i prodotti importati, infine, continuerà a sussistere il principio dell’equivalenza, sia pure per un periodo transitorio, durante il quale, ha detto ancora Coldiretti, “sarà più elevato il rischio di un aumento delle importazioni prima dell’adozione del sistema di conformità. E in ogni caso, qualora sussistano ragioni di approvvigionamento, la Commissione potrà sempre autorizzare l’importazione dai Paesi terzi di prodotti biologici anche quando questi ultimi non dovessero rispettare le norme europee sulla produzione biologica”. Da qui la richiesta principale dei coltivatori: “Accelerare sul marchio nazionale per le produzioni biologiche italiane per consentire scelte di acquisto piu’ consapevoli”. Contro il regolamento anche Federbio che ha confermato “un giudizio nel complesso negativo”.

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