Disabilità: Anmic, domani e venerdì a Roma 2ª Conferenza nazionale dei quadri dirigenti per valutare politiche, quadro normativo e nuovi bisogni

“È tempo di scelte, per costruire un futuro migliore per i disabili. La crescente complessità e frammentazione della normativa che regola oggi – nel lavoro come nell’assistenza o nella scuola – il nostro modello di welfare riservato alle persone con disabilità rende spesso i diritti difficilmente esigibili. Occorre, allora, aprire un serio dibattito sull’intero quadro normativo e sugli attuali modelli organizzativi per valutarne stato di attuazione, efficacia ed adeguatezza ai nuovi bisogni”. È con questo ampio obiettivo che l’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili (Anmic), in occasione della sua 2ª Conferenza nazionale dei quadri dirigenti, promuove a Roma – dal 19 al 20 aprile – due giornate di studio che analizzeranno in particolare le novità legislative introdotte dal 2014 ad oggi per valutarne l’impatto sulla condizione di vita delle persone con disabilità nei diversi aspetti. Ci si interrogherà su “come è cambiato ad esempio il collocamento mirato dopo l’introduzione del Jobs act? Quali effetti sull’inclusione scolastica dopo le novità del decreto legislativo 66/2017? Che impatto avrà la riforma del Terzo settore sulle possibilità di tutela delle associazioni dei disabili? E ancora: quali sono i problemi di attuazione della legge sul ‘dopo di noi’ e come conciliare tale nuova normativa con valorizzazione dell’amministratore di sostegno e riconoscimento del caregiver?”. Sarà anche l’occasione per presentare le proposte dell’Anmic per migliorare l’appropriatezza delle procedure di accertamento dell’invalidità civile.
“In queste due giornate Anmic di analisi e confronto non vogliamo solo evidenziare ciò che non funziona – spiega il presidente nazionale dell’Associazione, Nazaro Pagano -. Grazie anche alla partecipazione di numerosi esperti intendiamo invece far emergere un bilancio complessivo sulle luci e ombre dell’attuale normativa, allo scopo di porre le basi di ogni ipotesi di utile correttivo o riforma. Vogliamo, quindi, coinvolgere anche i rappresentanti e quadri dirigenti della nostra grande associazione della disabilità, presenti su tutto il territorio nazionale, per condividere ad esempio le esperienze positive di buone prassi. Solo insieme sapremo così progettare nuovi scenari di integrazione sociale. Un percorso dove i disabili e le loro famiglie possano divenire non più solo oggetti di assistenza, ma cittadini protagonisti del loro futuro”.

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