Messico: i vescovi incontrano i candidati alla Presidenza della Repubblica e chiedono una nuova “corresponsabilità” civile

Cinque punti, che sono al tempo stesso delle richieste e degli impegni a fare la propria parte. Sono il cuore dell’incontro tra i vescovi messicani e i candidati alla Presidenza della Repubblica, svoltosi venerdì scorso a conclusione dell’Assemblea plenaria della Conferenza episcopale messicana (Cem). Parlando di fronte ai candidati, il presidente della Cem, il card. José Francisco Robles Ortega, arcivescovo di Guadalajara, ha esplicitato questi cinque punti: “Una nazione nella quale si rispettino pienamente tutti i diritti umani fondamentali” e, principalmente, “la libertà di coscienza e di culto”; “un Messico più giusto, solidale e partecipativo”, compito prioritario soprattutto pensando ai più poveri, alle donne e alle popolazioni indigene; “un sistema economico umano, capace di promuovere ogni persona, attraverso un lavoro degno e la promozione umana”; “uno Stato di diritto forte, giusto e promotore della dignità umana”, dato che “non possiamo concepire un ordine sociale basato sull’impunità, la corruzione, l’insicurezza, la violenza, la cultura di morte”. Una sfida, questa, non solo di carattere legale e giudiziario, ma anche e soprattutto culturale. Infine, “educazione di qualità per promuovere una cultura solidale, dando attenzione alla famiglia e alla scuola”.
Ha proseguito il cardinale Robles: “Oggi affermiamo che, più che un capo di Governo, serve un capo di Stato, capace di orientare con fermezza e al tempo stesso con dolcezza gli sforzi della società e del Governo, con uno sguardo ampio, nell’attuale contesto nazionale e internazionale che ci sfida”. Più che di strategie e modelli di gestione, è importante promuovere “uno sviluppo umano, sostenibile, integrale e solidale”.
Il presidente della Cem non ha negato che negli ultimi anni sono stati fatti progressi a livello politico, economico e sociale e che “in alcuni campi si è operato bene”. Tuttavia, “molto resta da fare ancora”, tenendo presenti le molte realtà di esclusione sociale e una crisi etica generalizzata: “È necessario proporre la corresponsabilità come nuovo paradigma di cittadinanza” e in vista di questo traguardo la campagna elettorale è una grande opportunità”.

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